Chi ha paura delle trivelle?

Il Consiglio di Stato ha dato il via libera alle attività di prospezione dei fondali nel Mar Adriatico. La decisione va contro il ricorso impugnato dalle regioni Abruzzo, Puglia ed Enti Locali contro il decreto di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) concernente i permessi di ricerca di idrocarburi rilasciati alla società inglese Spectrum Geo.

Le attività di prospezione coinvolgeranno due aree: la d1 BP SP (per 13.700 chilometri quadrati, da Rimini a Termoli) e la d1 FP SP (per 16.210 chilometri quadrati, da Rodi Garganico a Santa Cesarea Terme).

Cosa sono le attività di prospezione?

Il termine identifica l’insieme delle attività esplorative tese ad individuare strutture geologiche adatte ad accogliere idrocarburi. In genere, le seguenti operazioni vengono effettuate in successione:

  1. Determinazione di regioni favorevoli all’origine di idrocarburi, in particolare, la presenza di rocce madri. Con il termine “roccia madre” s’intende un accumulo di sedimenti caratterizzato da abbondanza di materia organica in scarsa ossigenazione. Con l’aumentare della temperatura e della pressione, le molecole organiche complesse si fratturano formando bitumi, petrolio, e, infine, gas.
  2. Ricerca di strutture favorevoli all’accumulo di idrocarburi caratterizzati da alta impermeabilità. Tra queste strutture, note anche come “trappole”, si annoverano i duomi salini.
  3. Carotaggio di pozzi esplorativi per la verifica della presenza di idrocarburi e valutazione dell’estensione e delle caratteristiche del giacimento.

Nelle prime due fasi di prospezione, possono essere utilizzate tecniche gravimetriche, che contemplano l’uso di sorgenti sismiche controllate. Tra queste, una delle tecniche più utilizzate va sotto il nome di air-gun, letteralmente “pistola ad aria compressa”. Quest’ultima verrà utilizzata durante le attività di prospezione nel mar Adriatico. L’air-gun è costituita da una o più camere pneumatiche, pressurizzate tra 14 MPa e 21 MPa. Quando le camere vengono sommerse in acqua, l’aria viene rilasciata in pochi millisecondi provocando un segnale ondoso di frequenza variabile a seconda delle dimensioni della camera. Una mappatura del fondale viene quindi ricavata analizzando i pattern di riflessione e rifrazione del segnale ondoso. L’uso di questa tecnica è stata notevolmente criticata, non solo in Italia, per i suoi eventuali effetti negativi sui cetacei, come balene e delfini.

La motivazione della sentenza

Nella motivazione della sentenza dei giudici del Consiglio di Stato, si fa riferimento agli enti locali che “sono stati effettivamente posti nella condizione di partecipare attivamente, ove l’avessero voluto”, contrariamente a quanto affermato dagli impugnatori della sentenza. Inoltre, sottolineano come “la Commissione tecnica abbia sempre motivato in maniera sufficiente ed idonea in relazione alle criticità rappresentate nelle osservazioni rese dai soggetti interessati”.

Stefano Terlizzi

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