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Il surriscaldamento globale ed i cambiamenti climatici sono la principale causa dello scioglimento dei ghiacciai. Non solamente in Groenlandia o al polo nord. La superficie occupata dai ghiacci perenni si è ridotta drasticamente negli ultimi anni. Ma anche le nostre montagne sono in grande pericolo. Recenti ricerche hanno attivato l’allarme per la Marmolada, in Trentino Alto-Adige.
La Marmolada è il gruppo montuoso più alto delle Dolomiti situato tra le provincie di Trento e Belluno e raggiunge la sua quota massima con la Punta Penia di 3343 metri.
Recentemente l’Università di Padova ha lanciato un allarme: “Il ghiacciaio della Marmolada potrebbe avere non più di 15 anni di vita”. Una notizia scioccante, ma che si prevedeva già da qualche anno.
L’Università di Padova monitora lo stato del ghiacciaio da più di 15 anni con geografi e glaciologi, coordinati da Mauro Varotto, responsabile scientifico del museo di geografia dell’Università di Padova. Negli ultimi 70 anni il ghiacciaio della Marmolada ha perso circa l’80% del suo volume, passando dai 95 milioni di mc del 1954 ai 14 milioni di mc attuali.
A preoccupare di più è il trend di riduzione della superficie che è variata dai 3 ha/anno degli ultimi 100 anni, ai 5 ha/anno degli ultimi 10 anni, fino ai 9 ha/anno degli ultimi 3 anni. Dunque se 10 anni fa il fine vita del ghiacciaio era stimato per il 2045, oggi le previsioni dicono che potrebbe scomparire già nel 2031.
Il destino della Marmolada è quello di rimanere senza ghiacciai perenni nei prossimi 15/20 anni. “Come la Marmolada, anche gli altri ghiacciai sotto i 3500 m sono destinati a scomparire” avverte il glaciologo Renato Colucci. Ciò avrà effetti drammatici: fiumi in secca, problemi di irrigazione, oltre che un grave effetto sulla flora e fauna locale.
Durante la campagna di misurazione si è parlato dei cambiamenti climatici come principale causa dello scioglimento ma sono stati sollevati interrogativi anche sulla sostenibilità dell’industria dello sci. Infatti, la scarsità di neve degli ultimi anni ha spinto a spostarsi in zone sempre più elevate o ad affidarsi all’innevamento artificiale.
Ogni ettaro di pista innevata artificialmente richiede 4000 mc d’acqua e costi molto elevati oltre che enormi invasi artificiali per lo stoccaggio. È chiaro quindi che, a fronte dello scioglimento rapido dei ghiacciai, anche l’industria sciistica dovrà intraprendere una politica più sostenibile facendo scelte alternative. I prossimi anni saranno quindi gli ultimi in cui potremmo ammirare molti dei ghiacciai nelle nostre montagne.
Articolo a cura di Nicolò CASTELLANI
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