Un traguardo epocale nella transizione energetica: il Regno Unito saluta il carbone
Cumuli di carbone (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Il Regno Unito ha salutato il carbone: è il primo paese del G7 a dire addio alla produzione di energia da questa fonte fossile.
Il Regno Unito e il carbone hanno una storia lunga e intrecciata. Per oltre due secoli, questo combustibile fossile ha alimentato lo sviluppo industriale del paese, trasformandolo nella potenza economica che conosciamo oggi. Non è un caso che proprio a Londra, nel 1882, sia stata costruita la prima centrale elettrica a carbone al mondo. Da lì in poi, le miniere britanniche hanno lavorato senza sosta, estraendo milioni di tonnellate di combustibile che hanno acceso le fabbriche, fatto correre i treni e riscaldato le case.
Ma il prezzo da pagare è stato alto. Per decenni, le città industriali inglesi sono state sommerse da una cappa di smog e inquinamento che ha compromesso la salute pubblica e lasciato un segno indelebile sull’ambiente. Il carbone ha avuto il suo momento di gloria, certo, ma col tempo è diventato chiaro che il futuro doveva andare in un’altra direzione. La crescente consapevolezza della crisi climatica e il bisogno di un’energia più pulita hanno accelerato questo cambiamento.
A partire dagli anni ’70, il ruolo del carbone nel mix energetico britannico ha iniziato a ridimensionarsi. Gas naturale, nucleare ed energie rinnovabili hanno guadagnato terreno, mentre le miniere chiudevano una dopo l’altra. Il governo, da parte sua, ha imposto nuove regole e tasse, rendendo sempre meno conveniente investire in questa fonte fossile. Anche la domanda di elettricità è diminuita, grazie a un uso più efficiente dell’energia. Insomma, la fine era scritta già da un po’.
Un altro fattore decisivo è stato il cambio di rotta politico. Nel 2008, il Climate Change Act ha fissato obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni di CO₂, rendendo chiaro che il carbone non avrebbe avuto più spazio. Poi, nel 2015, Londra ha annunciato che avrebbe eliminato completamente l’uso del carbone entro il 2025. Sembrava un traguardo lontano, ma le cose sono andate più veloci del previsto.
Il Regno Unito spegne le sue ultime centrali a carbone
Il Regno Unito è il primo paese del G7 a dire definitivamente addio alla produzione di energia da carbone. Un traguardo storico, che segna la fine di un’era durata ben 140 anni. Per dare un’idea della portata di questo cambiamento, basta pensare che nel 1913 la produzione britannica di carbone aveva raggiunto il suo massimo storico con 292 milioni di tonnellate.
Negli ultimi periodi? Appena due milioni (e in gran parte importate). Il tutto mentre le energie rinnovabili, e in particolare l’eolico, sono diventate protagoniste assolute della rete elettrica del paese. Quello che sta succedendo in Regno Unito non è solo un simbolo, ma una trasformazione reale.
Una rivoluzione energetica in pieno svolgimento
Nel 2010, il carbone rappresentava quasi un terzo dell’energia elettrica prodotta nel paese. Oggi è praticamente sparito, mentre le emissioni di CO₂ del settore si sono ridotte di oltre il 60%. Dietro questo cambiamento ci sono scelte politiche mirate, investimenti nella modernizzazione della rete elettrica e, soprattutto, un boom delle energie rinnovabili. L’eolico offshore, in particolare, ha giocato un ruolo chiave grazie alle condizioni ideali del Mar del Nord e ai forti incentivi governativi.
Anche il gas naturale ha perso terreno, mentre il solare ha iniziato a guadagnare spazio nel mix energetico. Insomma, il Regno Unito ha dimostrato che un’uscita rapida dal carbone è possibile, coniugando politiche ambientali coraggiose e innovazione tecnologica. Non è ancora la fine della sfida climatica, ma senza dubbio si tratta di un passo gigantesco nella transizione energetica globale.