“Il nucleare torna in Italia”: dopo 40 anni di assenza arriva l’annuncio | Energia pulita e sicurezza garantita

Centrale nucleare (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Un ritorno che divide: tra memoria storica e nuove sfide il nucleare si riaffaccia in Italia, cosa succederà ora.
Da anni in Italia si parla, si discute, si litiga su quale strada prendere per garantirsi un futuro energetico sostenibile. C’è chi punta tutto su sole e vento, chi guarda alla ricerca e chi — ora — tira fuori di nuovo una parola che per decenni è stata praticamente tabù: nucleare.
Un termine che ancora oggi, a molti, fa venire in mente più incubi che soluzioni. Ma nel frattempo, là fuori, il mondo è cambiato. Quella che una volta era considerata una scelta troppo rischiosa, oggi viene riproposta con un volto diverso.
Si parla di sicurezza, di tecnologie più avanzate, di sistemi che “non sono più quelli di una volta”. E in effetti, rispetto agli anni ’80, il discorso è cambiato parecchio. Allora c’era il terrore di Chernobyl, un incubo mai del tutto sopito.
Ora invece c’è l’ansia per bollette impazzite e per un clima che non fa più sconti a nessuno. Il punto è che non si tratta solo di decidere come produrre elettricità, ma anche di affrontare una questione culturale. Il nucleare in Italia è diventato quasi una leggenda nera.
La storia del nucleare
Fermato da due referendum, etichettato come “pericoloso”, dimenticato. Eppure, eccolo di nuovo al centro della scena. Ma stavolta non si parla di enormi centrali alla periferia del mondo. L’idea, piuttosto, è quella di un ritorno soft. O almeno, così dicono.
È come se qualcuno stesse cercando di riscrivere la storia partendo da zero. Nuove tecnologie, nuovi impianti, nuove promesse. Tutto molto moderno, apparentemente. Ma la domanda vera è: è cambiato davvero tutto o si sta semplicemente dando una mano di vernice a vecchi progetti?
Il ritorno
Come riporta Futuro Prossimo, è stato presentato qualche tempo fa uno schema di legge delega per riportare il nucleare in Italia. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin l’ha difeso con una frase che ha già fatto il giro del web: “Non stiamo parlando di biciclette, ma di Ferrari”. In pratica, dice: lasciate perdere i vecchi pregiudizi, oggi parliamo di una cosa completamente diversa.
Il piano prevede che in due anni vengano scritte le regole per costruire dei reattori — ma non quelli di un tempo. Si parla di SMR, cioè Small Modular Reactors, piccoli impianti raffreddati a piombo, progettati per essere più sicuri. Possono addirittura usare le scorie radioattive come combustibile e contribuire alla produzione di idrogeno. Una bella rivoluzione, almeno sulla carta. Ovviamente, al momento tutto rimane in divenire.