Agricoltura sostenibile, ecco le soluzioni (Freepik Foto) - www.energycue.it
L’agricoltura moderna si trova ad affrontare una sfida cruciale: garantire la sicurezza alimentare riducendo l’uso intensivo di pesticidi chimici.
L’uso eccessivo di questi prodotti ha portato allo sviluppo di resistenze nei parassiti, compromettendo l’efficacia delle strategie di difesa convenzionali. Tra i parassiti più problematici, il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) è noto per la sua capacità di adattarsi rapidamente ai trattamenti chimici, rendendo urgente la ricerca di alternative sostenibili.
Un recente studio condotto dalla Tokyo University of Science ha rivelato una possibile soluzione naturale basata sulle interazioni molecolari tra questi acari e le piante ospiti. I ricercatori hanno identificato due nuove proteine salivari, Tet3 e Tet4, che sembrano giocare un ruolo fondamentale nella modulazione delle risposte di difesa delle piante. Questa scoperta apre la strada a nuove tecniche di protezione delle colture senza ricorrere ai pesticidi chimici tradizionali.
Le proteine Tet3 e Tet4 sono state individuate analizzando l’effetto di 18 proteine salivari del ragnetto rosso sulle piante di fagiolo comune, una delle sue colture ospiti preferite. I risultati hanno dimostrato che queste due proteine influenzano la capacità riproduttiva degli acari, riducendone il numero sulle piante trattate. Inoltre, le piante esposte a tali proteine hanno mostrato un rafforzamento delle loro difese naturali.
In particolare, i ricercatori hanno osservato un aumento dell’afflusso di ioni calcio, una maggiore produzione di specie reattive dell’ossigeno e un incremento nell’espressione del gene PR1, coinvolto nelle risposte di difesa delle piante. Questi segnali indicano che Tet3 e Tet4 potrebbero essere utilizzate per stimolare le difese naturali delle colture, rendendole più resistenti agli attacchi del ragnetto rosso.
L’identificazione di questi nuovi elicitori potrebbe avere un impatto significativo sulle strategie di protezione delle colture. Comprendere il funzionamento di Tet3 e Tet4 consente di sviluppare nuovi biostimolanti in grado di attivare le difese naturali delle piante senza dover ricorrere a pesticidi chimici. Questo approccio si allinea con le esigenze di un’agricoltura più sostenibile, riducendo l’inquinamento ambientale e i rischi per la salute umana.
Inoltre, la ricerca suggerisce che le risposte di difesa delle piante possono variare a seconda della specie vegetale coinvolta. Ad esempio, i livelli di espressione di Tet3 e Tet4 sono risultati più elevati nelle piante di fagiolo rispetto a quelle di cetriolo, indicando che alcune colture possono beneficiare maggiormente di queste nuove strategie di protezione.
Questi risultati rappresentano un primo passo verso l’applicazione pratica di elicitori naturali nella difesa delle colture. Con ulteriori studi, sarà possibile sviluppare trattamenti a base di Tet3 e Tet4 o identificare metodi per potenziare la capacità delle piante di riconoscere ed attivare le proprie difese in presenza di tali proteine.
L’uso di tecnologie avanzate, come l’ingegneria genetica e la selezione varietale, potrebbe permettere di creare piante naturalmente più resistenti agli attacchi del ragnetto rosso. Se applicate su larga scala, queste innovazioni potrebbero rivoluzionare la protezione delle colture, riducendo l’uso di pesticidi e promuovendo un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente.
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