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Svolta nel mondo del lavoro, altro che referendum: tutti a casa quando fa caldo | Fissata la temperatura massima

donna che si sventola per il caldo

Donna che sente caldo (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Con l’arrivo dell’estate e delle ondate di calore, si riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ecco cosa sta succedendo.

Ogni anno, le alte temperature rappresentano una sfida per la salute e la sicurezza di chi opera all’aperto, in particolare nei settori come l’edilizia. Il caldo estremo può mettere a repentaglio il benessere dei lavoratori, aumentando i rischi di incidenti e malori.

Per affrontare questa problematica, sono state avanzate proposte concrete che vanno oltre le semplici raccomandazioni. L’obiettivo è tutelare i lavoratori, garantendo loro condizioni più sicure durante i mesi più caldi.

L’idea di fissare una temperatura massima oltre la quale le attività lavorative dovrebbero essere interrotte sta guadagnando terreno. Questa misura, se adottata su larga scala, rappresenterebbe una svolta importante nel mondo del lavoro.

Si tratta di un tema di stretta attualità che coinvolge sindacati, datori di lavoro e istituzioni, con l’obiettivo comune di proteggere la salute dei lavoratori.

Stop al lavoro con il caldo estremo: la proposta della Fillea Cgil

La Fillea Cgil ha avviato la campagna “Caldo estremo doppio rischio”, chiedendo alla Regione di sospendere l’orario di lavoro nei settori come l’edilizia e i materiali da costruzione nelle ore più calde. L’obiettivo è proteggere la salute e la sicurezza di circa trentamila lavoratori nell’Isola.

Il sindacato sottolinea la necessità di “azioni concrete e responsabili”, citando l’ordinanza della Regione Calabria che impone lo stop al lavoro edile e agricolo dalle 12:30 alle 16:30 nei giorni di alto rischio, fino al 31 agosto. Erika Collu, segretaria regionale Fillea Cgil, evidenzia che “gli effetti dell’esposizione al sole o comunque a condizioni climatiche estreme sono motivo di gravi rischi”. Il sindacato propone di integrare la riorganizzazione degli orari di lavoro nel rinnovo del contratto, data l’importanza del tema legato al cambiamento climatico.

ragazzi prendono aria fresca
Ragazzi che prendono aria per evitare il caldo (Depositphotos foto) – www.energycue.it

Verso l’approvazione di emendamenti e l’uso della cassa integrazione

Nel frattempo, il sindacato auspica l’approvazione in Senato di un emendamento al testo per la conversione in legge del decreto per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura (decreto 63 del 15 maggio scorso). Questo emendamento confermerebbe quanto già deliberato per il 2023, ovvero la possibilità di utilizzare ore di cassa integrazione al di fuori delle 52 settimane.

Questa iniziativa mira a garantire che i lavoratori possano essere “a casa” quando il caldo diventa insopportabile, fissando di fatto una temperatura massima operativa.