Home » “RISPARMIATORI TRADITI”: la celebre banca italiana chiude i battenti | Annuncio ufficiale, clienti ridotti alla fame

“RISPARMIATORI TRADITI”: la celebre banca italiana chiude i battenti | Annuncio ufficiale, clienti ridotti alla fame

Coppia triste senza soldi (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Coppia triste senza soldi (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Una banca simbolo crolla nel silenzio, tra rabbia, delusioni e condanne giudicate troppo leggere in base ai torti subiti. 

In una zona del nostro Paese abituata a stringere i denti di fronte alle difficoltà, c’è un senso di amarezza che si è insinuato piano ma che non se n’è mai davvero andato. Non è solo una questione economica – o almeno non soltanto.

E’ qualcosa che ha a che fare con la fiducia tradita, con la sensazione che qualcosa sia stato strappato via senza possibilità di ritorno. In un contesto già scosso da tensioni politiche e fatti di cronaca, certe ferite sembrano ancora aperte.

Tutti ricordano le code agli sportelli, le assemblee affollate, le promesse ripetute. E poi il silenzio, lo smarrimento. Intere famiglie hanno visto evaporare anni di risparmi, con poche – pochissime – risposte concrete.

Chi cercava chiarimenti si è spesso ritrovato davanti a porte chiuse, o peggio, a rassicurazioni che oggi suonano quasi beffarde. La sensazione comune? Di essere stati lasciati soli. Nel corso degli anni, sono emerse storie che sembrano uscite da un romanzo di spionaggio, tra legami oscuri e sospetti pesanti.

Un passato doloroso

Controllori che non hanno controllato, denunce ignorate, e una rete di interessi che ha coperto, forse consapevolmente, quello che stava accadendo. Chi aveva provato ad alzare la voce, spesso, è stato messo a tacere. Oppure ridicolizzato. È successo anche a giornalisti e giudici.

Eppure c’è chi, nonostante tutto, non ha mollato. Piccole associazioni, attivisti, ex clienti esasperati, che hanno continuato a scavare. Anni di documenti, sit-in, segnalazioni… insomma, una battaglia quasi silenziosa. Il nodo centrale resta sempre lo stesso: perché nessuno ha fermato il disastro quando ancora si poteva fare qualcosa?

Portafoglio vuoto (Pexels foto) - www.energycue.it
Portafoglio vuoto (Pexels foto) – www.energycue.it

Giustizia o compromesso?

Solo il 9 aprile scorso, quasi a notte fonda, è arrivata la sentenza definitiva della Corte di Cassazione, come riporta Vicenza Today. L’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, è stato condannato. Una notizia che molti attendevano da anni. Ma il tono delle reazioni, almeno in generale, è stato tenue. Un po’ per stanchezza, un po’ per il fatto che le pene sono parse a molti davvero troppo leggere.

La verità è che tanti si sentono ancora beffati. Dopo tutto quello che è successo, vedere che il capitolo penale si chiude così ha lasciato l’amaro in bocca. La banca, nel frattempo, è stata messa in liquidazione coatta e quel che restava è finito in mano a Banca Intesa. Ma il punto è: poteva andare diversamente? Secondo varie associazioni, sì. E ora restano aperte le cause civili e la speranza – o l’illusione – che qualcosa si possa ancora recuperare.