Alaska e caldo (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Allerta caldo per la prima volta in Alaska: temperature record, incendi e scioglimento neve preoccupano lo stato artico.
Pensare all’Alaska fa subito venire in mente neve, orsi, ghiacci eterni e silenzio. Un posto remoto dove l’inverno dura praticamente tutto l’anno e l’estate, quando arriva, è più un’illusione che una vera stagione. Eppure qualcosa sta cambiando. No, anzi, è già cambiato. Quello che fino a poco tempo fa sembrava impensabile – cioè sudare in Alaska – ora è diventato realtà.
Per chi ci vive, non è solo una sorpresa. È un problema serio. Molte case qui non hanno nemmeno un ventilatore, figurarsi l’aria condizionata. Il caldo, quando si fa sentire davvero, diventa un pericolo concreto. Non è una questione solo di disagio: si parla proprio di rischi per la salute, anche gravi. Le persone, gli animali, l’ambiente… niente è pronto per reggere certe temperature.
Negli ultimi anni, poi, la natura ha iniziato a mandare segnali chiari. Ghiacci che si sciolgono troppo in fretta, incendi che divampano più facilmente, fiumi che esondano. E adesso pure il caldo a livelli quasi tropicali. Un tempo questi eventi erano sporadici. Ora sembrano la nuova normalità. E la sensazione generale è quella di qualcosa che si sta rompendo.
Certo, chi non conosce bene queste zone fa fatica a immaginarselo. “Ma dai, che vuoi che siano 27 o 28 gradi?” dirà qualcuno abituato al sole del sud. Il punto però è che qui è un altro mondo, e basta poco per mandare tutto in tilt.
Come riporta USA Today, a partire dal 1° giugno 2025, il National Weather Service ha dato il via libera a un cambiamento importante: per la prima volta, l’Alaska può emettere ufficialmente le cosiddette “heat advisories”, cioè le allerte per il caldo estremo. Fino a quel momento, ogni informazione su temperature insolite veniva trasmessa tramite special weather statements, una formula meno chiara e spesso sottovalutata. Secondo Adam Douty, meteorologo senior di AccuWeather, questa modifica serve proprio a rendere più comprensibili gli impatti del caldo, soprattutto in una regione dove la popolazione non è abituata a questi fenomeni.
Fino a poco fa, l’Alaska era l’unico stato USA a non avere ancora adottato questo tipo di segnalazione. Ora si è allineata agli altri 49 stati americani, comprese le Hawaii. Il nuovo sistema permette anche di mostrare gli avvisi in modo più visibile su siti web e dispositivi digitali, migliorando l’accessibilità dell’informazione. Come dichiarato nel comunicato pubblico del servizio meteorologico, le nuove allerte servono a “identificare più chiaramente il pericolo legato al caldo”.
Nel corso della settimana, tra il 15 e il 17 giugno, l’Alaska ha vissuto una delle ondate di calore più forti della sua storia. In diverse zone dello stato, le temperature hanno raggiunto e superato gli 85°F, cioè circa 29-30 gradi Celsius, valori impensabili fino a pochi anni fa. Queste condizioni hanno attivato per la prima volta le nuove allerte ufficiali, destinate a restare in vigore dalle 13:00 di domenica 15 fino alle 19:00 di martedì 17 giugno, orario locale.
Secondo i criteri stabiliti, il sistema fa scattare l’allerta in base alle soglie locali: nella zona interna, come Fairbanks, bastano 85°F; per le aree più a nord, tipo il North Slope, l’avviso scatta già a 75°F. A Juneau, invece, si parte da una previsione di almeno 80°F. Valori che, in uno stato abituato a estati fresche, possono causare malori da calore, disidratazione e altri rischi per la salute, soprattutto per chi lavora all’aperto o è più vulnerabile. Nel frattempo, il caldo ha innescato anche altri problemi seri: sono state emesse red flag warnings per il rischio incendi, a causa della vegetazione secca, e avvisi di allerta per possibili inondazioni, dovute allo scioglimento accelerato della neve.
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