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Bonifico, non farlo mai in questo modo | Ti svegli col Fisco davanti alla porta: prima di effettuarlo pensaci due volte

Una somma da pagare all'Agenzia delle Entrate (Depositphotos)

Una somma da pagare all'Agenzia delle Entrate (Depositphotos FOTO) - www.energycue.it

Fare un bonifico può sembrare un’operazione di routine, ma una mossa sbagliata può farvi ritrovare l’Agenzia delle Entrate alla porta.

Nell’era della tracciabilità finanziaria, ogni movimento sul conto corrente può diventare oggetto di attenzione da parte delle autorità fiscali. L’Agenzia delle Entrate ha affinato i suoi strumenti di controllo, e il bonifico bancario, pur essendo uno strumento legale e largamente utilizzato, può innescare campanelli d’allarme se non gestito con la dovuta consapevolezza.

Non è solo una questione di grandi somme: anche transazioni apparentemente normali, se prive di una chiara giustificazione, possono generare sospetti e portare a fastidiosi accertamenti.

Il problema principale risiede nel meccanismo della “presunzione” fiscale, che pone sul contribuente l’onere della prova. Ciò significa che se il Fisco rileva un’anomalia, spetta a voi dimostrare la legittimità e la natura non imponibile del denaro.

Questo sistema di monitoraggio, sebbene essenziale per la lotta all’illegalità, richiede ai cittadini una maggiore trasparenza e precisione nella gestione delle proprie finanze. Ignorare queste regole può trasformare un semplice bonifico in un grattacapo burocratico e finanziario, con il rischio di dover tassare somme che non sono reddito e di incorrere in sanzioni.

Bonifici “sospetti”: cosa attira l’attenzione del Fisco

L’Agenzia delle Entrate monitora attentamente i bonifici bancari per contrastare attività illecite. Ecco cosa sapere sui flussi di denaro che possono attivare i controlli: Segnalazioni automatiche: La Legge n. 197/2022 (comma 384) ha introdotto l’obbligo per le banche di segnalare all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) i bonifici in entrata superiori a 5.000 €. Per transazioni in contanti o oro superiori a 10.000 €, scatta un allarme automatico. Queste segnalazioni non sono direttamente un atto fiscale, ma possono innescare ulteriori approfondimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Bonifici ricevuti e l’onere della prova: Il Fisco si concentra in particolare sui bonifici ricevuti. Ogni accredito su un conto corrente è considerato reddito fino a prova contraria.

Prestiti tra privati, donazioni e regali: Anche prestiti, donazioni o regali, specialmente tra privati, possono essere interpretati come reddito imponibile se non sono supportati da documenti con “data certa”.
Ad esempio, un bonifico di 10.000 € da un amico potrebbe generare un accertamento se non si dimostra che è un prestito. Per le donazioni tra coniugi o parenti stretti la prova può essere più semplice, ma in altri casi potrebbe essere necessario un atto ufficiale, come un atto notarile o una registrazione presso l’Agenzia delle Entrate.

Agenzia delle Entrate
Insegna dell’Agenzia delle Entrate (Agenzia Entrate foto) – www.energycue.it

Nessun segreto bancario e consigli utili

In Italia, il concetto di segreto bancario è praticamente assente: l’Agenzia delle Entrate ha il potere di richiedere alle banche informazioni su conti, transazioni e dati finanziari dei contribuenti, anche senza mandato giudiziale. Questi dati alimentano strumenti automatizzati che confrontano le movimentazioni con le dichiarazioni dei redditi e altri flussi, individuando anomalie.

Anche i contanti sono sotto osservazione: prelievi o versamenti superiori a 10.000 € nel mese scattano una segnalazione antiriciclaggio, che può portare a indagini parallele sulle transazioni elettroniche, sebbene l’Agenzia non controlli direttamente i contanti.