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Poste Italiane, l’annuncio arriva come una bomba: “Fuori servizio” fino al 2 luglio | Correntisti in preda al panico

Illustrazione delle poste fuori servizio (Canva FOTO) - energycue.it

Illustrazione delle poste fuori servizio (Canva FOTO) - energycue.it

Ciò che è successo è incredibile, tutti i correntisti e i clienti sono stati spiazzati da questa scelta. Durerà fino al 2 luglio!

Succede, a volte: alcune funzioni di Poste Italiane possono andare temporaneamente fuori servizio. Può capitare per manutenzioni programmate o per problemi tecnici imprevisti. In entrambi i casi, si tratta quasi sempre di interruzioni limitate nel tempo.

I servizi coinvolti possono variare: dall’accesso all’app o al sito web, fino all’utilizzo degli sportelli automatici o dei pagamenti con carte Postepay. Anche l’invio di raccomandate o l’accesso alla PEC può subire ritardi.

Quando accade, Poste Italiane comunica solitamente l’interruzione tramite i suoi canali ufficiali: sito, app, social o comunicati nelle filiali. In caso di guasto improvviso, il messaggio può comparire direttamente sulla schermata di accesso.

Il consiglio? Verificare sempre se si tratta di un problema noto o diffuso. Se i disservizi persistono, può essere utile contattare l’assistenza clienti o attendere qualche ora: spesso, tutto torna operativo nel giro di poco tempo.

Cosa sta succedendo?

Martedì 3 giugno non è stata una giornata qualsiasi per Poste Italiane. È stato infatti indetto uno sciopero generale che ha coinvolto tutto il personale, a livello nazionale. Non si parla solo di una semplice pausa dal lavoro, ma di un’astensione totale che è durata l’intera giornata. Non è finita qui: da quel giorno, e per un mese intero, fino al 2 luglio, niente straordinari, né turni supplementari o attività aggiuntive. Insomma, si prospetta un periodo piuttosto complicato per chi lavora nel settore… e pure per chi si affida ogni giorno ai servizi postali.

Ora, è facile pensare che uno sciopero sia solo un disagio momentaneo per chi deve spedire un pacco o ritirare una raccomandata, ma in realtà c’è molto di più dietro. Quando una protesta coinvolge tutto un settore così capillare, qualcosa di serio sta bollendo in pentola. E non si tratta solo di richieste economiche o di orari più comodi. Stavolta la mobilitazione tocca nervi scoperti: sicurezza, stabilità, qualità del lavoro. Temi che riguardano un po’ tutti, a pensarci bene.

Illustrazione di una Posta (Depositphotos FOTO) - www.energycue.it
Illustrazione di una Posta (Depositphotos FOTO) – www.energycue.it

Quali sono i motivi

Come riportato da Voce Apuana, dietro lo stop del 3 giugno ci sono le sigle sindacali Slc Cgil e UilPoste, che hanno deciso di alzare la voce contro una lunga serie di criticità. Prima fra tutte, la precarietà. Molti lavoratori sono ancora assunti con contratti a termine, senza una prospettiva chiara sul futuro. A questo si aggiungono tagli al personale, carichi di lavoro sempre più pesanti, uffici sotto organico e servizi che faticano a reggere il passo.

In più, continua a crescere il timore di una privatizzazione strisciante, che mette in discussione la natura pubblica dell’azienda e rischia di trasformare Poste in una macchina pensata più per generare utili che per offrire un servizio di qualità. Le richieste, in sostanza, puntano a stabilizzazioni, mobilità trasparenti, più attenzione alla sicurezza e un cambio di rotta nei piani industriali aziendali.