Home » Tuo figlio si chiama così? Allora devi pagare una tassa: 500€ se gli hai messo uno di questi nomi

Tuo figlio si chiama così? Allora devi pagare una tassa: 500€ se gli hai messo uno di questi nomi

Illustrazione di una multa (Canva FOTO) - energycue.it

Illustrazione di una multa (Canva FOTO) - energycue.it

Alcuni nomi sono bellissimi, altri un po’ strani. Eppure ci sono alcuni nomi che sono proprio vietati, e sono anche molto costosi.

Dare un nome a un figlio è una scelta delicata, ma anche molto personale. Negli ultimi anni, però, si è diffusa la tendenza a scegliere nomi originali, eccentrici o addirittura bizzarri, spesso per distinguersi o ispirarsi a personaggi famosi, film o marchi.

Ci sono bambini chiamati come città, oggetti o persino alimenti: da “Paris” a “Apple”, fino a casi più estremi come “Espresso” o “Blu Oceano”. Alcuni genitori puntano su combinazioni uniche, altre volte su parole inventate che suonano bene ma non hanno significato preciso.

Questa creatività ha però dei limiti: in diversi Paesi, gli uffici anagrafe possono rifiutare alcuni nomi ritenuti offensivi, ridicoli o potenzialmente dannosi per il bambino. L’obiettivo è evitare che il nome diventi un peso o un motivo di scherno.

In fondo, un nome è per sempre. E se è vero che l’originalità è importante, lo è anche pensare al futuro: un nome insolito può essere un segno di unicità… ma anche una sfida quotidiana per chi lo porta.

Quando dare un nome diventa una questione… fiscale

Dare un nome a un figlio dovrebbe essere un momento intimo, creativo, anche un po’ poetico. Ma non ovunque funziona così. In alcuni Paesi, quella che sembra una scelta del tutto personale passa prima da una verifica… fiscale. Proprio così. E non si parla solo di moduli da compilare: c’è chi, come in Svezia, controlla, approva (o boccia) e in certi casi… multa pure.

Lì funziona così: entro i primi cinque anni di vita del bambino, i genitori devono comunicare il nome scelto all’Agenzia delle Entrate. Se viene considerato troppo stravagante, ambiguo o addirittura imbarazzante per chi lo porterà, scatta una sanzione. E non è simbolica: può arrivare fino a 5.000 corone, cioè circa 500 euro (Fonte: StudioPietrella).

Illustrazione di alcuni nomi (Canva FOTO) - energycue.it
Illustrazione di alcuni nomi (Canva FOTO) – energycue.it

Alcuni nomi rifiutati (e quelli, incredibilmente, accettati)

Alcuni casi hanno fatto sorridere (altri un po’ meno). Ad esempio, è stato detto “no” a nomi come “Ikea”, per evitare associazioni pubblicitarie, o “Allah”, per ovvi motivi religiosi. E c’è anche quel caso surreale di un nome composto da lettere, numeri e simboli, che sembra più la password del Wi-Fi che un nome proprio… respinto senza troppi giri di parole.

La cosa divertente, però, è che nomi come “Google” o “Lego” sono invece stati approvati. Insomma, il confine tra lecito e vietato non è sempre chiarissimo. Fa riflettere: ciò che per qualcuno è un’idea originale, per altri è un potenziale problema legale o culturale (Fonte: StudioPietrella).