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SPIAGGE AFFOLLATE: italiani stufi degli ombrelloni gomito a gomito | Ora puoi denunciare

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Denuncia spiaggia affollata (Canva foto) - www.energycue.it

Estate 2025, ritorna il caos sulle spiagge italiane: cresce il malcontento per la mancanza di spazi e regole ignorate.

Il desiderio di relax che accompagna ogni vacanza estiva si scontra sempre più spesso con una realtà affollata, dove trovare uno spazio tranquillo in riva al mare è diventato quasi un lusso. In molte località balneari italiane, il contatto tra asciugamani e ombrelloni sembra inevitabile, alimentando un senso di disagio che si ripete anno dopo anno.

Nonostante la fine dell’emergenza sanitaria abbia riportato una parvenza di normalità, alcune abitudini sembrano non voler cambiare. Le spiagge tornano a riempirsi come un tempo, ma con un dettaglio non trascurabile: le regole sul distanziamento, seppur non legate più al Covid, esistono ancora e sono fondamentali per la sicurezza e il benessere dei bagnanti.

Molti turisti, però, lamentano una gestione poco attenta degli spazi, soprattutto negli stabilimenti più frequentati. Il problema si accentua nelle ore centrali della giornata, quando il flusso di persone è massimo e le distanze minime sembrano ignorate, nonostante le disposizioni ancora in vigore a livello locale.

Una delle criticità maggiori riguarda proprio la conoscenza delle norme: spesso si ignorano le regole imposte da Comuni e Regioni, oppure si dà per scontato che non siano più attive. Questa confusione normativa contribuisce a creare disordine e frustrazione, soprattutto tra chi cerca semplicemente un angolo sereno per godersi il mare.

Regole diverse, stesso problema

Ogni territorio adotta infatti regolamenti propri, con distanze minime variabili tra gli ombrelloni. In Emilia-Romagna, ad esempio, il Comune di Rimini ha stabilito che ogni postazione debba disporre di almeno 15 metri quadrati, superando le richieste regionali. In Liguria, invece, si parla di almeno 2,5 metri tra le file. Ma il rispetto di queste misure non è sempre garantito, specialmente nei momenti di maggiore affluenza.

Come sottolinea Money, la gestione delle spiagge è affidata agli enti locali, che definiscono anche eventuali controlli. Tuttavia, in assenza di un coordinamento nazionale, la responsabilità ricade sui singoli Comuni, con risultati spesso disomogenei e difficili da monitorare per i cittadini.

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Spiaggia affollata cosa fare (Canva foto) – www.energycue.it

Quando segnalare diventa necessario

Proprio per questo motivo, in alcune zone d’Italia è stata aperta la possibilità per i cittadini di segnalare stabilimenti che non rispettano le regole sul distanziamento. Non si tratta di vere e proprie denunce formali, ma di comunicazioni rivolte ai Comuni o alla Capitaneria di Porto, utili per avviare controlli e verifiche nei casi più critici.

Le segnalazioni possono riguardare anche le spiagge libere, dove spesso il mancato rispetto delle regole crea disagi ancora maggiori. L’obiettivo è garantire maggiore sicurezza e vivibilità per tutti, soprattutto durante i periodi di massimo afflusso. In questo modo, il malcontento dei turisti può trasformarsi in uno strumento concreto per migliorare la gestione degli spazi comuni.