“Messaggi WhatsApp a pagamento”: ultim’ora, fulmine a ciel sereno | Ecco l’annuncio che non ti aspetti

Whatsapp messaggi a pagamento (Canva foto) - www.energycue.it
WhatsApp è l’app di messaggistica più usata in assoluto, con oltre due miliardi di utenti attivi ogni mese in giro per il mondo
C’è chi si lamenta per ogni cambiamento nei social network e chi, invece, propone soluzioni drastiche. Un cambiamento nell’aria, o anche solo un’idea scherzosa, può bastare per far tremare gli utenti più affezionati a certe piattaforme. Soprattutto quando si toccano strumenti d’uso quotidiano come WhatsApp, tutto può prendere fuoco in pochi minuti. E non serve nemmeno una notizia ufficiale: basta il post giusto al momento giusto.
Negli ultimi anni, è aumentata la percezione di un’invasione costante di contenuti online. Commenti impulsivi, meme infiniti, messaggi privi di senso. Tutto è gratuito, tutto è immediato. Ma cosa succederebbe se ci fosse un prezzo da pagare per ogni parola digitata? La sola idea basta per scatenare reazioni accese, anche quando arriva con tono ironico o provocatorio.
I social, si sa, amplificano ogni contenuto, e quando un messaggio tocca corde comuni, può trasformarsi in un mini-terremoto digitale. WhatsApp, per esempio, è considerata intoccabile: tutti la usano, tutti la danno per scontata.
Eppure basta un accenno alla possibilità di pagamento per riportare alla mente scenari del passato, come i tempi degli SMS a pagamento.
una provocazione virale che scatena il web
Tutto nasce da un post pubblicato su X dall’account @violaposting, che scrive: “Urge una tassa sui post, su qualsiasi social network. Un prezzo, anche minimo ma non troppo tipo 50 centesimi a ca**ata. Il doppio per i commenti a post altrui. Poi mettere subito a pagamento i messaggi whatsapp com’era con gli SMS all’inizio.” Il tono è chiaramente ironico, ma il messaggio non è passato inosservato.
Come spesso accade, una semplice battuta si è trasformata in un piccolo fenomeno virale. C’è chi ha appoggiato l’idea come strumento per ridurre il rumore online e chi l’ha vista come una minaccia alla libertà di espressione. In ogni caso, il riferimento a WhatsApp ha colpito nel segno, facendo balzare all’occhio una possibilità che nessuno vuole davvero considerare, ma tutti si sono fermati a immaginare.
Il nome WhatsApp fa tremare anche solo per gioco
Nonostante sia solo una frase dentro un post ironico, l’accenno a rendere WhatsApp a pagamento ha riportato alla memoria di molti l’epoca degli SMS, quando ogni messaggio costava qualcosa. In quell’epoca, scrivere significava scegliere con cura ogni parola. Oggi, al contrario, la comunicazione digitale sembra senza limiti, sia in quantità che in qualità.
Il post non rappresenta alcuna posizione ufficiale, né da parte di Meta né di altre aziende. Ma ha avuto il merito di smuovere riflessioni, seppur fugaci. Per alcuni, l’idea di un ritorno al pagamento per messaggiare rappresenta un incubo. Per altri, invece, è solo una trovata divertente. Ma il semplice fatto che se ne parli dimostra quanto una provocazione ben scritta possa scuotere l’immaginario collettivo.