Cocomero, ecco come riconoscere quello perfetto | Tutto dipende dalla buccia: c’è un segnale inequivocabile

Coppia mangia anguria (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Il trucco per non sbagliare cocomero è tutto in quel segno sulla buccia: riconoscerlo a colpo d’occhio ti evita frutti insipidi.
Estate, caldo, grigliata tra amici. E alla fine… cocomero! Bello rosso, freschissimo, tutti pronti a gustarlo. Poi lo assaggi e—niente, delusione totale. Non sa di nulla. È successo a tutti, dai. Sembra perfetto e invece no. E sai qual è il problema? Che spesso scegliamo a caso, senza sapere davvero cosa guardare. Eppure ci sono dei segnali chiari, solo che nessuno ce li spiega mai bene.
Capita spesso di lasciarsi attirare dall’aspetto. Poi lo tagli e invece è moscio, senza sapore. La verità è che non basta l’apparenza. Un cocomero può sembrare fantastico fuori ma essere tristemente insipido dentro. Il trucco è tutto nei dettagli, quelli che nessuno nota.
Al supermercato o al mercato rionale, quanti guardano davvero com’è fatta la buccia? O il picciolo? O—sì, davvero—il suono che fa quando lo bussi con le nocche? Piccole cose, ma che fanno tutta la differenza del mondo. E no, non serve essere fruttivendoli di quarta generazione. Bastano un paio di dritte giuste per evitare di portarsi a casa una delusione zuccherina.
E poi c’è quella questione del cocomero già tagliato. Ok, è comodo, ma anche no. Una volta aperto, il frutto inizia a perdere freschezza, anche se non si vede. Meglio prenderlo intero, magari dividilo poi con qualcuno o congela quello che avanza. Ah—e se sei creativo, puoi pure farci i ghiaccioli. Sì, sul serio.
Il segreto sta nei dettagli (che nessuno guarda)
Allora, mettiamola così: se vuoi evitare cocomeri tristi, comincia a osservare bene la buccia, come riporta lacucinaitaliana.it. Deve essere liscia, soda, senza ammaccature sospette. E se picchietti con le dita e senti un suono “vuoto”, tipo cupo… è un buon segno, vuol dire che dentro c’è ciccia buona e succosa. Occhio anche al colore: scuro e opaco è meglio di brillante e lucido, anche se sembra meno scenografico.
Il picciolo è un altro indizio importante. Se è secco (ancora meglio se è pure un po’ arricciato) allora ci siamo. Vuol dire che il frutto ha finito di maturare sulla pianta, come si deve. Se invece vedi ancora pelucchi o resti di fiore, beh, quello è stato raccolto troppo presto. Non ha fatto in tempo a diventare buono. Ma ci sono altre dritte imperdibili.
La macchia segreta che vale più di mille assaggi
Ecco il vero asso nella manica: la chiazza d’appoggio. La macchia gialla che vedi su un lato del cocomero è un indicatore pazzesco. Se c’è, grande e ben marcata, il cocomero ha passato tanto tempo sdraiato al sole, maturando lentamente. Se è pallida o nemmeno si vede? Bocciato. Colto troppo presto, non ha finito il suo “corso”.
Ah—un’ultima dritta, un po’ da Braccio di Ferro: prendilo in mano. Se è pesante rispetto alla sua dimensione, è buono. Vuol dire che è pieno d’acqua, quindi anche dolce e maturo. Insomma, la prossima volta che vai a caccia di angurie, non andare a caso. Basta un colpo d’occhio (e un colpetto col dito).