Bollo Auto, dal 1º gennaio non si paga più | Passata la legge epocale: al suo posto una tassa da soli 20€

Illustrazione del bollo auto (Canva FOTO) - energycue.it
Il bollo auto è una tassa obbligatoria, eppure dal prossimo anno dovrà essere pagata. Ma cos’è successo esattamente?
Il bollo auto è una tassa annuale che ogni proprietario di veicolo deve pagare per poter circolare legalmente sulle strade italiane. L’importo varia in base a potenza, tipo di alimentazione e regione di residenza.
Le esenzioni dal bollo auto possono riguardare, ad esempio, persone con disabilità riconosciuta, veicoli storici o a basso impatto ambientale. In questi casi, l’obiettivo è favorire determinate categorie o promuovere mezzi meno inquinanti.
Ogni regione stabilisce regole specifiche, tempi e modalità per richiedere l’esenzione. Per questo è sempre importante verificare sul sito istituzionale locale quali siano i requisiti e la documentazione necessaria.
In alcuni casi l’esenzione è automatica, in altri va richiesta presentando domanda. Sapere come funziona può far risparmiare cifre anche importanti ogni anno, evitando pagamenti non dovuti.
Aria di cambiamento…
Negli ultimi mesi si è parlato parecchio di possibili modifiche al bollo auto, una di quelle tasse che in Italia non passa mai inosservata. Eppure, dal 2026, come riportato da Crypto, qualcosa cambierà davvero: non sarà più un’imposta “universale” come accade oggi, perché alcune categorie di veicoli potranno dire addio al pagamento annuale.
Questo scenario non riguarda però tutti indistintamente. La platea di beneficiari è ben definita e include situazioni molto diverse tra loro, dal mondo dell’elettrico alle agevolazioni sociali. Non è una rivoluzione totale del sistema, ma un passo che mescola politiche ambientali, esigenze sociali e un pizzico di semplificazione burocratica. La curiosità, adesso, è capire nel concreto quali veicoli e categorie saranno toccati da queste nuove regole.
Non si pagherà più (forse)
Come riportato da Crypto, tra i primi beneficiari figurano le persone con disabilità che rientrano nei requisiti della Legge 104. Qui il vantaggio è chiaro: un solo veicolo esentato, con limiti ben precisi di cilindrata (massimo 2.000 cc per la benzina, 2.800 cc per il diesel e 150 kW per l’elettrico) e con la necessità di presentare domanda all’ACI o all’Agenzia delle Entrate
Ci sono poi le auto elettriche, che per cinque anni non vedranno neanche l’ombra del bollo, salvo poi pagarlo in forma ridotta. Agevolazione simile, ma più breve, per le ibride plug-in: tre anni senza tassa e, in seguito, tariffa ribassata. Le esenzioni guardano anche al mondo delle auto storiche. Se il veicolo ha più di trent’anni dalla prima immatricolazione, niente bollo ma una tassa di circolazione forfettaria di circa 20 euro (una media tra gli 11 ai 30 euro). Per le auto fra i venti e i ventinove anni, invece, serve il Certificato di Rilevanza Storica rilasciato da ASI o Registri di Marca per ottenere uno sconto del 50%.