Lavoro, milioni di italiani condannati dall’IA | 3 professioni comunissime stanno per sparire: controlla se c’è anche la tua

Possibile coesistere? (canva.com) - www.energycue.it
IA sì o no? Tanti i dubbi, poche le vie d’uscita. Molti rischiano il posto, e la “rivoluzione” tocca anche questi lavori.
Da un po’ di tempo si discute di quanto l’inserimento dell’IA nei portali di ricerca e negli ambienti lavorativi stia determinando una non così sottile evoluzione nel modo in cui noi ricerchiamo informazioni e, ancor di più, portiamo avanti le nostre mansioni.
Secondo il rapporto McKinsey Global Survey on AI del 2023, circa un terzo delle aziende a livello globale, compresi i settori di finanza e sanità, ha già implementato tecnologie di intelligenza artificiale in almeno una funzione operativa. In aggiunta, le stime dell’International Data Corporation prevedono che entro il 2026 la spesa mondiale per le soluzioni di intelligenza artificiale supererà i 300 miliardi di dollari.
Quindi se da un canto si profilano opportunità di crescita, ancora non del tutto chiare nella pratica, dall’altro si intensificano le preoccupazioni riguardo a una possibile “sostituzione” digitalizzata delle abilità umane in settori considerati, fino a poco tempo fa, “stabili”.
L’analisi proposta da Money.it vi farà riflettere su quanto questi ruoli non riguardino necessariamente l’editoria o la scrittura per il web (anch’esse nel “mirino”) quanto piuttosto ambiti in cui la presenza fisica è stata finora la conditio sine qua non.
Lo scenario italiano
Secondo il focus italiano di Money, le tre categorie più a rischio di licenziamenti a tappeto sono, sorprendentemente, queste: impiegati postali, impiegati amministrativi e grafici. Tre ruoli molto comuni, ma che stanno subendo un significativo ridimensionamento a causa della digitalizzazione e dei sistemi basati sull’IA.
Riguardo ai primi, l’aumento delle piattaforme digitali per servizio spedizioni e tracking ha notevolmente diminuito la necessità di sportelli fisici o di assistenza. I secondi invece, si trovano a dover affrontare software di gestione e contabilità sempre più sofisticati, capaci di eseguire compiti di pianificazione e registrazione che prima richiedevano tanto tempo e precisione manuale. Infine, i grafici devono competere con strumenti di design che possono creare contenuti visivi in pochi secondi e a costi contenuti.
Nuovi parametri ed esigenze
Le aziende si concentrano sempre di più su efficienza, rapidità e risparmio simultaneo. Tuttavia, evidenzia il World Economic Forum, mentre alcune professioni potrebbero scomparire, altre stanno emergendo. Progettazione software, cybersecurity e analisi dati sono in espansione e richiedono competenze nuove. Il problema principale rimarrebbe quindi quello della formazione (oltre al business planning…).
Entro il 2030, il 77% delle imprese afferma di voler investire in programmi di aggiornamento interni per restare competitivi. Tuttavia, rimarca Money, l’Italia presenta una struttura produttiva vincolata a modelli fortemente tradizionali. Di conseguenza, il miglioramento tecnico dovrebbe essere affiancato da un’istruzione teorica immediata che consenta a queste professioni di elevarsi piuttosto che scomparire totalmente. Gli scenari restano sotto osservazione, speriamo con meno apprensione!