Rivoluzione lavoro, approvato il LICENZIAMENTO AUTOMATICO | Per salvarti ti serve questo certificato: fallo subito o rischi il posto

Illustrazione di un licenziamento (Canva FOTO) - energycue.it
Arriva il licenziamento automatico, una vera e propria rivoluzione che cambierà il mondo del lavoro. Ma esiste una soluzione.
Il licenziamento è il momento in cui un rapporto di lavoro si interrompe per decisione del datore, senza che il dipendente abbia dato il proprio consenso.
In apparenza può sembrare un atto semplice, ma in realtà è circondato da regole precise e da un sistema di tutele che mirano a garantire un equilibrio tra le esigenze dell’impresa e i diritti della persona.
Non tutti i licenziamenti sono uguali. Esistono quelli individuali, che coinvolgono un singolo lavoratore, e quelli collettivi, quando a perdere il posto sono più persone nell’arco di un periodo ristretto. Nel secondo caso la legge impone un percorso più rigido.
Le motivazioni che rendono un licenziamento valido possono essere diverse. C’è la giusta causa, quando il comportamento del dipendente compromette irrimediabilmente il rapporto di fiducia, e ci sono i motivi oggettivi, che riguardano esigenze organizzative o economiche dell’azienda.
Quando l’assenza diventa un problema
Rimanere lontani dal lavoro senza dare spiegazioni può sembrare una questione personale, ma la legge lo considera ben più serio. Un’assenza che si protrae troppo a lungo, senza giustificazioni, viene letta come un segnale preciso: il lavoratore non ha più intenzione di continuare. Non è un licenziamento in senso stretto, e nemmeno una vera lettera di dimissioni, ma una sorta di silenzio che pesa come un addio.
Il rischio è che, oltre a incrinare il rapporto di fiducia, questa condotta finisca per innescare un meccanismo che non lascia spazio a molte scelte. In pratica, la mancata presenza diventa di per sé un atto con valore giuridico, capace di chiudere il contratto senza bisogno di ulteriori passaggi. È un po’ come se il datore e il lavoratore si trovassero d’accordo… senza aver mai parlato.
Una regola da sapere
Come riportato da Brocardi, secondo la normativa introdotta con la Legge 203 del 2024, se l’assenza ingiustificata supera i quindici giorni consecutivi, o comunque il periodo fissato dal contratto collettivo, il rapporto di lavoro si considera sciolto in automatico. Tecnicamente si parla di “dimissioni tacite”: il datore comunica la situazione all’Ispettorato Nazionale del Lavoro attraverso il modello Unilav, e da lì parte la verifica. L’INL ha trenta giorni di tempo per controllare e convalidare l’estinzione del rapporto .
Non è però un meccanismo cieco: se il dipendente dimostra che l’assenza dipendeva da cause di forza maggiore, o magari da comportamenti del datore che hanno impedito di avvisare, la storia può cambiare. In casi del genere l’Ispettorato può ordinare la reintegrazione del lavoratore. Inoltre, mentre nella risoluzione automatica non spetta la NASpI, se la vicenda viene ricondotta a un licenziamento illegittimo, il diritto all’indennità di disoccupazione torna in gioco.