Libri scolastici, da oggi li paga il datore di lavoro | Bonifico immediato sul conto corrente: ecco la cifra stabilita

Famiglia felice e soldi (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Un’iniziativa aziendale trasforma il sostegno scolastico in un gesto concreto: soldi in busta paga per comprare i libri.
Ogni settembre porta con sé la solita trafila: zaini nuovi, liste di materiale da spuntare, e la classica corsa contro il tempo (e contro il portafoglio). Tra tutte le spese, i libri restano forse la voce più pesante. E per chi ha più di un figlio, diventa un vero salasso. Negli ultimi anni, parlare di scuola significa anche fare i conti con il caro-vita, e con famiglie che, semplicemente, non ce la fanno più.
Un tempo scuola e lavoro erano due mondi ben separati, ciascuno coi suoi problemi. Ma oggi… beh, le cose sono cambiate. Sempre più aziende iniziano a guardare ai propri dipendenti come persone, prima ancora che risorse. E se una famiglia sta bene, forse anche il clima in azienda migliora. Ci si prende cura delle persone, non solo dei numeri.
Il cosiddetto welfare aziendale si sta evolvendo, lasciandosi alle spalle bonus generici e gadget inutili. Al loro posto arrivano misure più concrete, che parlano di vita quotidiana, di bisogni veri. Scuola, figli, futuro. Non più parole da spot, ma cose tangibili. Iniziative che, oltre a fare bene, fanno anche riflettere.
E guarda caso, il mondo farmaceutico sembra essere tra i più sensibili a questo approccio. Sarà per il legame col benessere? Forse sì. Ma ciò che conta è che alcune imprese iniziano a muoversi sul serio. Non solo dichiarazioni, ma fatti. E quando al centro si mette l’istruzione, allora sì che si alza il livello.
Un gesto che nasce da una storia forte
Come riporta Leggo.it, a far parlare è Farmalabor, azienda di Canosa di Puglia. Da quest’anno, ha deciso di versare un contributo di 600 euro in busta paga ai dipendenti con figli alle medie o superiori, da usare per comprare i libri. Il tutto in modo semplice, diretto, senza trafile.
Dietro questo gesto, però, c’è molto di più. La misura è dedicata a un ragazzo del Mali, morto in mare dieci anni fa. Aveva solo 14 anni. Nella sua giacca, cucita come fosse un tesoro, c’era la pagella. Voti, sogni, futuro. Tutto affogato nel Mediterraneo. Farmalabor ha voluto ricordarlo così, trasformando quel dolore in qualcosa di vivo.
Scuola e impresa che si danno una mano
L’aiuto coinvolge una ventina di famiglie. Alcuni dipendenti sono monoreddito, altri hanno tre figli. Immagina cosa vuol dire, ogni settembre, affrontare quelle spese. Sergio Fontana, a capo di Farmalabor e anche presidente di Confindustria Puglia, ha detto una cosa semplice ma vera: una volta uno stipendio bastava, oggi no. E chi ci rimette, alla fine, è la scuola.
Il progetto ha ricevuto anche il plauso del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che l’ha definito un esempio da seguire. Un ponte tra lavoro, cultura e solidarietà. E chissà, magari anche altre aziende prenderanno ispirazione. Perché la cultura d’impresa può – anzi deve – diventare umanità.