Buoni Fruttiferi, il tempo è scaduto: quelli sottoscritti in questi anni non valgono più | Non c’è stato alcun preavviso

Buono fruttifero postale (screenshot Poste Italiane/YouTube) - energycue.it
Buoni fruttiferi postali, controlla questo aspetto prima di riscuotere: in un caso si stanno già rivolgendo al TAR.
Tuo padre lo ripete da tempo. Secondo lui, i buoni fruttiferi funzionano, garantiscono un ritorno, proteggono il denaro. Ti potrebbe sembrare una scelta da chi ha già smesso di rischiare, una soluzione lenta, un’idea lontana. Poi qualcosa ti spinge a riconsiderare.
Il conto corrente resta fermo, il libretto non si muove, l’inflazione erode tutto. Cerchi una via d’uscita, ma non vuoi giocarti la tranquillità. I fondi ti mettono in allarme, le azioni ti disorientano, le criptovalute ti sembrano instabili.
La banca ti presenta alternative, ma non ti convincono. I costi sembrano nascosti, le clausole ti frenano, le penali ti scoraggiano. Cerchi qualcosa di lineare, che non richieda attenzione continua. I titoli postali potrebbero più trasparenti.
Ti metti al tavolo, fai due conti, guardi le date. Hai un obiettivo, una scadenza, un piano. Non vuoi lasciare i soldi inutilizzati. I buoni entrano nel ragionamento. A cosa devi fare attenzione? Ecco un caso che potrebbe lasciarti senza parole.
I buoni fruttiferi a disposizione
I buoni fruttiferi postali offrono diverse soluzioni. Alcuni durano vent’anni, altri solo quattro. I rendimenti cambiano, ma il capitale non si tocca. Puoi scegliere tra ordinari, 3×4, Rinnova, 4 Anni Plus. Quelli dedicati ai minori arrivano fino al 5% lordo negli ultimi anni. Verifica le condizioni quando sottoscrivi, perché le offerte possono cambiare.
La tassazione è al 12,5%, l’imposta di bollo non si applica sotto i 5 mila euro. Puoi sottoscriverli con nuova liquidità o con il trasferimento di fondi dal libretto. Il rimborso anticipato è possibile, ma gli interessi maturano solo dopo un certo periodo. Un caso potrebbe lasciare senza parole.
Il caso
A Grosseto alcuni cittadini scoprono che i buoni sottoscritti tra il 1999 e il 2004 non valgono più. Pensano di poterli incassare in qualsiasi momento, ma ricevono una risposta negativa. Poste conferma la prescrizione, spiega che la scadenza è indicata solo nel prospetto affisso in bacheca. I titoli non riportano date, i clienti non ricevono avvisi. Federconsumatori raccoglie testimonianze, parla di risparmi svaniti, di cifre tra i 30 mila e i 35 mila euro. Alcuni tentano il ricorso, ma l’Arbitro bancario non impone il rimborso.
Il Tar del Lazio riapre il caso. Con una sentenza del primo settembre 2025, i giudici confermano la sanzione da 1,4 milioni di euro inflitta dall’Autorità per la concorrenza e il mercato. Il Ministero dell’Economia ribadisce che i buoni non riscossi entro dieci anni dalla scadenza si prescrivono. Quelli emessi prima del 2001 finiscono al Mef, gli altri alimentano un fondo pubblico. La notizia arriva da Il Tirreno. Controlla sempre quando scadono i tuoi buoni per evitare situazioni difficili.