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Fioritura controllata da luce e freddo: nuova scoperta genetica apre la strada a colture più resistenti

Le piante, pur essendo immobili, devono scegliere il momento giusto per riprodursi.

Una nuova ricerca guidata da Adam Seluzicki al Salk Institute for Biological Studies ha identificato un interruttore genetico che permette ad alcune piante di combinare segnali di luce blu e temperature fresche per decidere quando fiorire (Earth.com, 2025).

In particolare, Arabidopsis thaliana utilizza un sensore della luce blu chiamato PHOT2 e una proteina ausiliaria NPH3 per leggere i segnali luminosi. Quando l’aria è fredda, un interruttore genetico sensibile alla temperatura, CAMTA2, attiva un altro gene chiamato EHB1, che si collega a NPH3. In questo modo, la pianta fiorisce solo quando entrambe le condizioni sono soddisfatte.

Questa combinazione di segnali fornisce un meccanismo più affidabile rispetto all’uso di un singolo stimolo, integrando anche altri fattori come lunghezza del giorno, colore e intensità della luce.

La scoperta evidenzia come PHOT2, noto principalmente per guidare crescita e movimento dei cloroplasti, giochi anche un ruolo critico nella fioritura sotto condizioni di freddo, collegandosi direttamente con il percorso di temperatura tramite CAMTA2 ed EHB1.

Meccanismi di luce e temperatura

Il sensore PHOT2 rileva la luce blu e trasmette il segnale a NPH3, che funge da hub centrale della via luminosa. Quando la temperatura scende, CAMTA2 attiva EHB1, che a sua volta modula NPH3 per coordinare il momento della fioritura.

In condizioni più calde, CAMTA2 non attiva EHB1 allo stesso modo, e il sistema funziona diversamente, spiegando perché l’effetto della luce blu sulla fioritura è visibile solo in climi freschi. Questo dimostra come la pianta integri segnali multipli per ottimizzare la riproduzione.

Le piante scelgono quando fiorire, ecco come (Freepik Foto) – www.energycue.it

Implicazioni per l’agricoltura

Il cambiamento climatico modifica i modelli di luce e temperatura stagionali, rendendo la sincronizzazione della fioritura più difficile. Un sistema che reagisce solo quando luce e freddo coincidono può aiutare le colture a evitare fioriture premature in primavere imprevedibili.

Modifiche mirate ai geni PHOT2, CAMTA2, NPH3 o EHB1 potrebbero permettere agli agricoltori di adattare la fioritura a condizioni climatiche locali, migliorando l’impollinazione e la produzione di semi. La ricerca futura potrebbe estendere queste scoperte a specie coltivate come brassicacee o cereali, contribuendo a stabilizzare le rese in caso di improvvisi abbassamenti di temperatura. La scoperta del modulo PHOT2–NPH3–CAMTA2–EHB1 apre prospettive concrete per l’adattamento delle colture ai cambiamenti climatici. A livello molecolare, PHOT2 funge da sensore primario della luce blu, trasmettendo segnali a NPH3, che agisce come hub centrale modulando la risposta in base all’attivazione di EHB1 da parte di CAMTA2 durante il freddo. Questo collegamento diretto spiega perché la fioritura avvenga solo quando le condizioni luminose e termiche coincidono, evitando stimoli prematuri. Dal punto di vista agronomico, la manipolazione mirata di uno o più di questi geni potrebbe permettere di ritardare o anticipare la fioritura in funzione delle condizioni climatiche locali, ottimizzando l’impollinazione e la produzione di semi. Inoltre, se lo stesso modulo fosse identificato in colture come cereali o brassicacee, sarebbe possibile progettare varietà più resilienti a colpi di freddo imprevisti o primavere irregolari, stabilizzando le rese e riducendo perdite economiche dovute a fioriture premature o mancata sincronizzazione con l’ambiente.

Sveva Di Palma

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