La chiamano “Parigi italiana” | È la meta perfetta per ogni innamorato: anche Venezia si arrende alla sua bellezza

La petit Paris d'Italia (Canva) - energycue.it
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Chi ama viaggiare, conosce bene il brivido che nasce già prima di partire: quindi l’attesa, i preparativi, il sogno di ciò che si scoprirà. Essendo un misto di curiosità e trepidazione, come se ogni viaggio fosse una nuova avventura da vivere.
Durante il cammino, ogni luogo regala infatti emozioni uniche; e i paesaggi, i colori, i profumi e i suoni, trasmettono un senso di meraviglia il quale rinnova lo sguardo sul mondo. Tanto che, ciascun viaggio diventa appunto un invito a lasciarsi sorprendere.
Chi viaggia, ama ascoltare storie, conoscere culture diverse, e scoprire abitudini e tradizioni. Incontro con gli altri, il quale arricchisce interiormente, lasciando ricordi e insegnamenti che vanno oltre le fotografie.
E al rientro, ecco un dolce senso di nostalgia. Poiché ogni viaggio, lascia sempre un segno, un desiderio di ripartire e continuare a inseguire quella sensazione di libertà che solo la strada sa donare.
Il “petit Paris” d’Italia
Parma è una città che sorprende per il suo fascino elegante e raffinato, tanto da esser soprannominata il “petit Paris” d’Italia. E fra ristoranti che ricordano i bistrot francesi, boutique curate, e pittoreschi negozi di fiori, la città emiliana riesce a unire tradizione e gusto internazionale. Invero, oltre ai suoi simboli gastronomici come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma, custodisce anche un’anima che parla francese, frutto di secoli d’intrecci culturali.
Nel XVIII secolo, con il matrimonio del duca Filippo I e Luisa Elisabetta, figlia di Luigi XV, Parma divenne infatti un polo d’influenza francese. In cui architetti come Petitot, e scultori come Boudard, hanno trasformato l’aspetto urbano, con modelli ispirati a Parigi. Persino la cucina, risentì di siffatta contaminazione; e cuochi e artigiani d’Oltralpe, introdussero nuove raffinatezze, lasciando un segno indelebile nella cultura cittadina.
Maria Luigia, la “buona duchessa”
Figura amatissima, Maria Luigia d’Asburgo contribuì a forgiare l’identità di Parma, nell’Ottocento. Fu duchessa dal 1814, e si distinse per iniziative sociali e culturali, promuovendo assistenza, sanità, e progetti educativi. A lei si deve la costruzione del “Teatro Regio”, ancor oggi cuore pulsante della vita musicale parmense, celebrata infatti dal “Festival Verdi”. Motivo per cui, la sua eredità ha quindi reso la città un punto di riferimento artistico e solidale.
Passeggiando per Parma, l’influenza francese emerge ancora nei colori cittadini, nel profumo “Violetta di Parma”, e persino nel dialetto, ricco di termini mutuati dal francese. Nondimeno, la città conserva un gusto unico, mescolante raffinatezza e tradizione. E come ci ricorda italysegreta.com, lo spirito parigino continua e continuerà a vivere nei gesti quotidiani dei parmigiani, custodi di uno stile che rende la loro città, un piccolo gioiello europeo.