L’Intelligenza Artificiale miete altre vittime | Questi lavoratori stanno per perdere il posto: addio all’intera categoria

L'Intelligenza artificiale sta facendo venire meno molti lavori? Ecco cosa sta succedendo: l'avvertimento arriva da una voce insospettabile (Pexels Foto) - energycue.it
L’Intelligenza artificiale sta facendo venire meno molti lavori? Ecco cosa sta succedendo: l’avvertimento arriva da una voce insospettabile
Molti potrebbero iniziare a sentire un’inquietudine sottile: l’intelligenza artificiale non è più una novità, è una presenza. Quando si parla di automazione del lavoro, il pensiero corre a chi svolge mansioni ripetitive, ma anche chi lavora con le parole, i dati, le immagini sente che qualcosa si sta spostando.
Nel customer service, i chatbot non sono più sperimentali. Chi lavora in assistenza lo sa: le interazioni si filtrano, si accorciano, si automatizzano. L’espressione AI nel servizio clienti è una realtà che modifica turni, ruoli e margini di intervento umano. Il lavoro resta, ma cambia forma.
Chi scrive contenuti avverte una pressione nuova. L’uso di AI per copywriting non è più marginale. Alcuni editori lo integrano nei flussi, altri lo sostituiscono. Il problema non è la concorrenza, ma il senso: se un algoritmo può scrivere, cosa resta della firma?
Nel recruiting, l’intelligenza artificiale entra in fase di selezione. Curriculum filtrati, colloqui simulati, valutazioni automatizzate: chi invia una candidatura si chiede se verrà letta da una persona o da un sistema. L’AI per la selezione del personale è ormai parte del processo. Cosa succede?
Cosa avviene
Chi lavora in ambiti tradizionali si trova davanti a una soglia. Le competenze digitali non sono più un plus, sono un requisito. L’upskilling AI non è un corso, è un passaggio obbligato. Alcuni si reinventano, altri si bloccano.
Il tempo, le risorse, la lucidità non sono distribuiti in modo equo. Le aziende che investono in formazione interna riescono a contenere l’impatto, ma il cambiamento è profondo. Quale avvertimento arriva per il mondo del lavoro?
Il caso
Secondo Rivista AI, Sam Altman ha dichiarato che l’intelligenza artificiale ad alta intensità di calcolo potrebbe causare licenziamenti in diversi settori, con un impatto più rapido e profondo rispetto a quanto previsto. Le aree più esposte sono assistenza clienti, traduzione automatica, contabilità e sviluppo software. Altman sottolinea che non parliamo di una semplice evoluzione tecnologica, ma di una trasformazione sistemica che modifica il modo stesso in cui il lavoro viene concepito e distribuito.
La velocità con cui i modelli AI si integrano nei processi aziendali lascia poco margine per l’adattamento. Secondo Altman, il rischio non è solo la sostituzione di mansioni, ma la ridefinizione dei ruoli professionali. Alcuni compiti diventano supervisioni passive di sistemi automatici, altri vengono assorbiti da algoritmi. In questo scenario, la formazione continua e il reskilling servono per evitare esclusioni.