Malattie, sei curioso di sapere quali potresti avere in futuro? Da oggi te lo dice l’IA | Ecco che fine ti aspetta

AI e tumori (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Scoprire oggi quali malattie potresti sviluppare domani: l’IA promette previsioni sorprendenti basate sulla tua storia clinica.
Quante volte ti sei domandato “chissà come starò tra vent’anni?” Non è una domanda da poco. C’è chi non ci pensa affatto e chi, invece, ci rimugina spesso, magari dopo una visita medica o guardando certi dati familiari.
Oggi la scienza sembra volerci aiutare a sbirciare nel futuro—non con sfere di cristallo, ma con algoritmi, modelli predittivi e, ovviamente, intelligenza artificiale. Negli ultimi anni l’IA ha messo piede anche nella medicina preventiva, e lo sta facendo in modo sempre più sofisticato.
Non stiamo parlando solo di app che contano i passi o ti ricordano di bere acqua, ma di sistemi capaci di analizzare cartelle cliniche, stili di vita e altre variabili per dare un’idea di cosa potrebbe succedere più avanti. E no, non è fantascienza.
Ma come funziona davvero tutto questo? Qualcuno lo vede come un enorme passo avanti, altri ancora sono scettici. Del resto, l’idea che una macchina possa dirti che malattie potresti sviluppare non è proprio rassicurante. Però, se usata nel modo giusto, questa tecnologia potrebbe diventare un’arma fortissima contro molte patologie.
Una nuova bussola per orientarci nella salute
Ora, entriamo nel vivo. Si chiama Delphi-2M ed è il nuovo modello predittivo sviluppato da una squadra di ricerca che unisce il Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL), il DKFZ (Centro tedesco per la ricerca sul cancro) e l’Università di Copenaghen. È stato descritto per la prima volta su Nature.
Questo sistema funziona un po’ come un parente lontano di ChatGPT, ma invece di rispondere alle tue domande curiose, si occupa di capire quali probabilità hai di sviluppare più di 1.200 malattie nei prossimi decenni. Non ti dice cosa succederà esattamente, ma stima in modo abbastanza raffinato la possibilità che accada qualcosa, partendo dai dati clinici, dalle abitudini e dal passato medico. Ma come fa?
Il cuore del progetto (e i suoi limiti)
Delphi-2M è stato “allenato” su una quantità impressionante di dati: 400.000 cartelle cliniche della UK Biobank, un enorme database sanitario. Lì ha imparato a riconoscere schemi e sequenze, come una sorta di grammatica della salute. Così oggi riesce a dire, ad esempio, se hai un’alta possibilità di avere un infarto nei prossimi dieci anni. E pare funzioni particolarmente bene proprio con malattie che seguono percorsi prevedibili, come alcuni tumori o la setticemia.
Certo, non è tutto perfetto. Il modello ha qualche punto debole, tipo una certa imprecisione con persone molto giovani o di etnie meno rappresentate nel dataset di addestramento. E no, non è ancora pronto per finire negli ambulatori, ma la strada è tracciata. Come riporta anche Focus.it, potrebbe già essere usato per prevedere l’andamento delle malattie croniche su larga scala, o magari per ottimizzare le risorse sanitarie nei prossimi anni.