Olio extravergine d’oliva, se vuoi il migliore non comprare questo | Ti porta sulla strada opposta: in Italia non c’è di peggio

Illustrazione dell'olio d'oliva (Canva FOTO) - energycue.it
L’olio è importantissimo per le nostre tavole, eppure bisogna prestare molta attenzione quando si va al supermercato.
L’olio extravergine di oliva è uno dei prodotti simbolo della dieta mediterranea. Si ottiene dalla spremitura meccanica delle olive, senza l’uso di solventi o processi chimici, ed è considerato il più pregiato tra gli oli di oliva.
Dal punto di vista nutrizionale, è ricco di acidi grassi monoinsaturi, in particolare l’acido oleico, che contribuisce a mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo. Contiene inoltre polifenoli e vitamina E, potenti antiossidanti naturali.
In cucina è estremamente versatile: esalta piatti semplici come pane e verdure, ma anche ricette elaborate di carne e pesce. La sua capacità di resistere bene alle alte temperature lo rende adatto anche alla cottura, sebbene dia il meglio di sé consumato a crudo.
Oltre al gusto e ai benefici per la salute, l’olio extravergine racchiude un valore culturale e territoriale. Ogni regione, e talvolta ogni collina, ha un olio con profumi e sapori unici, frutto di tradizioni agricole secolari che lo rendono molto più di un semplice condimento.
Bisogna prestare attenzione!
Quando si parla di olio extravergine, il pensiero corre subito al profumo intenso e al gusto che arricchisce qualsiasi piatto. Non è solo un condimento, ma un ingrediente che porta con sé una storia lunga secoli, legata alla terra e al lavoro degli uliveti. Spesso, però, davanti agli scaffali del supermercato, ci si ritrova un po’ spaesati. Tante bottiglie, etichette accattivanti e prezzi molto diversi: come capire quale sia davvero un buon olio?
È proprio in questi momenti che scatta il dubbio. Non tutti i prodotti in commercio sono ciò che sembrano, e l’etichetta a volte può essere fuorviante. Alcuni oli vengono spacciati per “extravergini” pur non rispettando davvero gli standard di qualità. E qui entra in gioco la consapevolezza: imparare a leggere tra le righe, a riconoscere i segnali di autenticità, diventa fondamentale per non ritrovarsi con un prodotto scadente.
Cosa bisogna notare
Come riportato da Forlani 52, un primo dettaglio da osservare è l’etichetta: se non appare la dicitura “100% italiano” o, meglio ancora, l’indicazione precisa della regione di provenienza, c’è già un campanello d’allarme. Termini come “monocultivar” sono invece garanzia di un olio ottenuto da una sola varietà di oliva, con aromi più netti e caratteristici.
Non meno rilevante è il prezzo. Quando appare troppo basso rispetto alla media, conviene diffidare: dietro può nascondersi un olio miscelato o di categoria inferiore. Un aiuto concreto arriva dalle certificazioni come DOP e IGP, che danno più trasparenza sull’origine. Da non dimenticare la conservazione: un buon olio mantiene le sue qualità per 18-24 mesi dalla produzione, ma dopo l’apertura sarebbe meglio consumarlo entro sei mesi.