Mutuo, ti mancano ancora molte rate? Da oggi ti spetta un “Bonus Speciale” | In arrivo una valanga di soldi

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Proprietà ed immobili: come ridurre le spese tramite il prestito ipotecario ed usufruire di diverse agevolazioni fiscali.
L’accesso a benefici e supporti finanziari può rivelarsi cruciale anche per la gestione dei propri beni immobili. E a quanto pare, anche per tutto il resto della gestione finanziaria.
In molti si pongono domande su come migliorare le proprie situazioni economiche, e una risposta inaspettata potrebbe trovarsi nel prestito per l’acquisto della casa.
Questo tipo di finanziamento, impiegato per comprare o ristrutturare un immobile, ha il potenziale di dare rinnovamento alla propria condizione economica attuale, offrendo opportunità per bonus, incentivi e sgravi fiscali.
Analizziamo, quindi, con attenzione come il prestito possa favorire questo scopo, anche se ci sono ancora diverse rate da estinguere. Leggete con attenzione.
Il rapporto con le spese
In modo sorprendente, il prestito per l’abitazione aiuterebbe a ridurre l’ISEE, contrariamente a molte altre spese che tendono ad aumentarlo. Tale fattore assume molta importanza poiché l’ISEE rappresenta un elemento fondamentale per ottenere incentivi e vantaggi, che sono generalmente più consistenti per coloro che lo presentano ridotto. Secondo quanto affermato da Pianeta Design, il mutuo contribuisce a ridurre l’importo dell’IMU (l’Imposta Municipale Unica) sull’immobile, considerando il debito residuo da saldare entro il 31 dicembre dell’anno precedente.
Tuttavia, è fondamentale notare che questa detrazione è valida esclusivamente per i mutui ottenuti per acquistare o costruire un immobile; quelli utilizzati per lavori di ristrutturazione non hanno lo stesso impatto sull’ISEE. Nel caso in cui il mutuo sia intestato a più persone, come accade frequentemente, il valore residuo del debito deve essere suddiviso tra i cointestatari in proporzione alla percentuale di proprietà dell’immobile. Riguardo alla prima casa, la legge prevede una franchigia di 52. 500 euro per il 2025, con un’aggiunta di ulteriori 2. 500 euro per ogni figlio convivente a partire dal terzo, un fattore che può influenzare notevolmente il calcolo dell’ISEE.
Come includerlo nel calcolo
Per includere correttamente il mutuo all’interno del calcolo dell’ISEE, è necessario fornire alcuni documenti nella DSU. Tra questi, è essenziale avere, secondo la fonte, la certificazione bancaria che dimostra il debito residuo al 31 dicembre dell’anno anteriore; la visura catastale aggiornata che riconosce l’immobile; l’atto notarile che ne prova l’acquisto o la costruzione e, infine, il contratto di mutuo, il quale contiene informazioni importanti come lo scopo del prestito e l’importo originale.
L’invio di tali documenti è facile e può essere fatto tramite il sito dell’INPS, accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. All’interno della DSU, il mutuo residuo deve essere riportato nel Quadro FC3, specificando il valore IMU dell’immobile, l’ammontare del debito residuo e la categoria di abitazione, che può essere sia una prima che una seconda casa.