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Da borgo dei sogni a luogo abbandonato | Doveva essere il più emozionante d’Italia: oggi sono rimasti solo i fantasmi

Il borgo abbandonato (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Il borgo abbandonato (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Nato per diventare un paradiso del divertimento tra le colline, oggi è solo un inquietante borgo fantasma.

Ci sono posti che sembrano usciti da un film, con quella strana atmosfera sospesa tra il reale e il surreale. In questa regione ce n’è uno in particolare che non passa inosservato, anche se oggi è nascosto tra la vegetazione e il silenzio. Un piccolo borgo dimenticato, dove un tempo si sognava in grande… e ora rimangono solo mura sbrecciate e rumori che sembrano venire dal passato.

L’Italia è piena di paesini abbandonati, sì, ma questo è diverso. Qui non c’era solo la nostalgia della vita contadina. No, qui c’era un progetto ambizioso, anzi un’idea al limite del folle: trasformare una manciata di case in qualcosa di spettacolare, quasi irreale. Oggi non è rimasto quasi nulla, se non l’eco di un sogno andato male. Ma che sogno

Chi capita da queste parti lo capisce subito: non è il solito borgo antico. Ogni angolo racconta qualcosa di assurdo, quasi comico per certi versi. Architetture bizzarre, stili mischiati, dettagli fuori luogo che oggi sembrano messi lì apposta per confondere chi guarda. Eppure, tutto aveva un senso. Una direzione. Almeno all’inizio.

È il classico posto che ti lascia un po’ spiazzato. Cammini, ti guardi intorno, e senti che c’è una storia lì sotto. Qualcosa che è successo e che, anche se nessuno te lo dice subito, ti chiama. Ti incuriosisce, ti attira. Sembra dire: “Vuoi sapere cosa è andato storto?”.

Un progetto esagerato, un’idea troppo avanti (forse)

Tutto comincia negli anni ’60, in provincia di Lecco, come riporta The Wom Travel. Un imprenditore di nome Mario Bagno – uno di quelli che sognano in grande – decide di comprare un intero borgo per farci… be’, una specie di Las Vegas all’italiana. Sì, hai capito bene. Il suo piano era creare un centro vacanze unico, pieno di luci, locali, attrazioni esotiche. E lo fa davvero: demolisce tutto (o quasi), costruisce templi orientali, portali decorati, hotel, ristoranti, persino una sala da ballo.

All’inizio sembra funzionare. Il luogo comincia a riempirsi nei weekend. La gente arriva, curiosa. Si balla, si cena, si passeggia tra edifici che sembrano usciti da un parco a tema. Ci sono perfino celebrità, eventi, boutique di lusso. Sembra l’inizio di qualcosa di grande. Ma in realtà, è già il picco. Da lì in poi, la discesa.

Scorcio di Consonno (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Scorcio di Consonno (Depositphotos foto) – www.energycue.it

Un sogno troppo fragile per durare davvero

Il problema? Tanti, ma il colpo di grazia arriva nel ’76: una frana distrugge l’unica strada d’accesso. Consonno resta isolata. Niente più turisti, niente più feste. Il villaggio si svuota in fretta. Bagno prova a rimettere le cose a posto, ma ormai è troppo tardi. La magia è svanita e nessuno vuole più investire lì.

Oggi Consonno è un paese fantasma, letteralmente. I suoi edifici sono coperti di graffiti, la natura si è ripresa tutto, ma c’è ancora chi lo visita. Fotografi, urbexer, gente a cui piacciono i posti strani. Ogni tanto c’è qualche evento, ma per il resto il silenzio domina. E l’atmosfera è quella di un luogo dove i sogni si sono rotti troppo in fretta.