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Crescita record per gli alberi in Amazzonia: nuova ricerca svela l’effetto del cambiamento climatico

Illustrazione di alberi amazzonici (Canva FOTO) - energycue.it

Illustrazione di alberi amazzonici (Canva FOTO) - energycue.it

La Foresta Amazzonica non smette di sorprendere. Sembra che i cambiamenti climatici influenzino in modo inaspettato la flora!

Negli ultimi decenni, qualcosa di curioso sta succedendo nel cuore dell’Amazzonia. Gli alberi, come riportato da questo studio, quelli che disegnano la volta verde più vasta del pianeta, sembrano… crescere. Non tanto in altezza, quanto in larghezza: il loro “girovita”, per così dire, si sta espandendo. Un team di scienziati internazionali, coordinato da Adriane Esquivel-Muelbert dell’Università di Birmingham, ha deciso di indagare su questo fenomeno, scoprendo che la foresta amazzonica si sta letteralmente “ingrassando”. E non è una battuta: il diametro medio degli alberi è aumentato di oltre il 3 % ogni dieci anni.

A prima vista potrebbe sembrare una buona notizia. Alberi più grandi significano più legno, più ombra e, soprattutto, più carbonio intrappolato lontano dall’atmosfera. Eppure, come spesso accade in ecologia, dietro un’apparente vittoria si nasconde una storia più complessa. Perché la crescita delle piante non dipende solo dal clima o dal terreno, ma anche da sottili equilibri tra risorse, luce e competizione.

Lo studio, che ha coinvolto dati raccolti in 188 aree di foresta matura per oltre trent’anni, racconta una trasformazione silenziosa ma profonda. È come se la foresta avesse cambiato ritmo: meno alberi giovani e sottili, più giganti che dominano il paesaggio. Un’evoluzione lenta, ma costante, che lascia intuire quanto i cambiamenti atmosferici stiano riscrivendo anche l’anatomia stessa del mondo vegetale.

Eppure la domanda resta: perché succede? È il fertilizzante invisibile del diossido di carbonio che nutre la crescita, o sono altri fattori, come l’aumento dell’azoto o le nuove dinamiche climatiche, a spingere la bilancia in questa direzione? Gli scienziati hanno messo in campo ipotesi contrastanti, cercando di capire se stiamo assistendo a un effetto benefico o a un fragile equilibrio destinato a spezzarsi.

Alberi competitivi

Per spiegare questa “foresta in espansione”, i ricercatori hanno analizzato diversi possibili scenari. Uno di questi, chiamato winners-take-all, immagina che, con più risorse a disposizione (CO₂, azoto, luce) i grandi alberi diventino ancora più competitivi. Sono loro, dopotutto, a catturare più sole e ad accumulare più biomassa. In pratica, chi è già “forte” finisce per vincere ancora. Se così fosse, la foresta vedrebbe un aumento della dimensione media e una riduzione del numero complessivo di alberi piccoli, soffocati dall’ombra dei colossi.

Un’altra ipotesi, ribattezzata carbon-limited benefit, suggerisce invece che la crescita extra potrebbe favorire proprio i più piccoli. Un pizzico in più di CO₂, spiegano gli autori, può spingere le piante dell’understorey (quelle che vivono ai margini della luce) a “respirare” meglio, sopravvivendo dove prima non ce la facevano. In questo caso, la foresta si “livellerebbe”, con vantaggi distribuiti tra grandi e piccoli tronchi. C’è anche chi parla di un effetto condiviso, la cosiddetta shared-benefits hypothesis, dove tutti gli alberi, indipendentemente dalla taglia, si avvantaggiano della nuova abbondanza. E infine, la più pessimista delle ipotesi: quella dei large trees lose, in cui il riscaldamento, la siccità e le tempeste colpiscono soprattutto i giganti, spingendo la foresta verso strutture più fragili e frammentate.

Illustrazione della Foresta Amazzonica (Canva FOTO) - energycue.it
Illustrazione della Foresta Amazzonica (Canva FOTO) – energycue.it

Una foresta che cambia forma

Dopo trent’anni di monitoraggio e milioni di misurazioni, il verdetto è chiaro: gli alberi amazzonici stanno diventando più grandi, punto. La superficie basale, cioè la sezione trasversale del tronco, è aumentata di circa 3,3 % per decennio, e questo trend si osserva in ogni angolo dell’Amazzonia, dalle aree più umide a quelle secche. I grandi alberi, con diametri superiori ai 40 centimetri, sono cresciuti sia in numero che in volume, ma anche gli esemplari più piccoli hanno guadagnato terreno in proporzione simile. Insomma, la foresta nel suo complesso “si gonfia” senza perdere equilibrio. 

Certo, non tutto è così lineare. Se da un lato aumenta la biomassa totale, dall’altro si registra un leggero calo del numero di alberelli giovani e sottili. Gli scienziati spiegano che questa tendenza potrebbe riflettere una “maturazione accelerata”: gli alberi crescono più in fretta, ma vivono anche cicli vitali più brevi. Alcune dinamiche, insomma, ricordano quelle delle foreste temperate europee, dove l’eccesso di risorse e la competizione per la luce portano a un progressivo diradamento degli individui minori.