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Fermo amministrativo, l’ultima novità è una svolta assurda | Si può rimuovere senza pagare: portafoglio salvo e auto recuperata

Illustrazione di un tribunale (Canva FOTO) - energycue.it

Illustrazione di un tribunale (Canva FOTO) - energycue.it

Grazie a quest’ultima novità, non bisognerà più mettere mano al portafogli. La rimozione non costerà più nulla!

Il fermo amministrativo è una misura con cui lo Stato o un ente pubblico blocca l’uso di un bene, di solito un veicolo, quando il proprietario non ha pagato determinate somme dovute. Non significa che l’auto venga “tolta”, ma che non può essere utilizzata finché il debito non viene saldato.

Si tratta di uno strumento di riscossione, applicato per imposte non versate, multe non pagate o altre pendenze economiche. Una volta iscritto al Pubblico Registro Automobilistico, il fermo rende impossibile circolare, vendere o demolire il mezzo, pena sanzioni piuttosto severe.

Dal punto di vista pratico, è un modo per spingere il debitore a regolarizzare la propria posizione. La revoca del fermo arriva solo dopo il pagamento, o quando viene dimostrata un’irregolarità nella procedura. È quindi un vincolo concreto, non solo burocratico.

In sostanza, il fermo amministrativo è un promemoria rigido ma chiaro: i debiti con la pubblica amministrazione non vanno ignorati, perché prima o poi possono bloccare perfino la libertà di muoversi.

Una situazione particolare

Per molti automobilisti, ricevere un fermo amministrativo sull’auto è una di quelle notizie che fanno gelare il sangue. Un blocco che non solo impedisce di circolare, ma aggiunge pure trafile burocratiche e costi imprevisti. Eppure, qualcosa si è finalmente mosso in senso favorevole ai contribuenti. Una recente novità normativa ha reso la procedura di cancellazione più leggera, almeno dal punto di vista economico.

Per anni, infatti, chi voleva eliminare il fermo doveva pagare anche l’imposta di bollo da 32 euro, una sorta di tassa “sul pagamento del debito”, che spesso faceva storcere il naso. Adesso, grazie a un cambiamento introdotto con la legge di bilancio, quel balzello non è più dovuto. Un piccolo passo avanti nella semplificazione di una procedura che, finora, sembrava più punitiva che funzionale.

Illustrazione di un po' di documentazioni (Canva FOTO) - energycue.it
Illustrazione di un po’ di documentazioni (Canva FOTO) – energycue.it

Qualche dettaglio in più

Come spiegato da Investire Oggi, la gratuità della cancellazione deriva dalla legge di bilancio 2020 (articolo 1, comma 809, legge 160/2019), che ha stabilito l’esenzione da “ogni tributo o diritto” quando la revoca del fermo viene richiesta direttamente dall’ente creditore o dal concessionario della riscossione.

In pratica, se l’automobilista ha saldato il debito e l’ente procede autonomamente alla rimozione del vincolo, non c’è più bisogno di versare il bollo. La misura, però, non copre i casi in cui sia il cittadino a richiedere la cancellazione per conto proprio.