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Chiamata telefonica, non pronunciare mai questa parola | Finisci in un guaio gravissimo: ti pentirai per tutta la vita

Uomo arrabbiato al cellulare (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Uomo arrabbiato al cellulare (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Una semplice telefonata può trasformarsi in un incubo: attenzione a una parola che può scatenare conseguenze legali inaspettate.

Ormai siamo abituati a ricevere telefonate in continuazione: promozioni, sondaggi, proposte di ogni tipo. A volte rispondiamo quasi in automatico, senza nemmeno chiederci chi ci sta chiamando. Ma c’è un aspetto di tutto questo che spesso sottovalutiamo: quello che diciamo, anche una sola parola, può ritorcersi contro di noi. Non è un’esagerazione, purtroppo.

Il punto è che le truffe al telefono non sono più quelle grossolane di una volta. Si sono fatte più astute, più furbe, e sfruttano proprio la nostra abitudine a rispondere con leggerezza. E il problema più grande è che, quando ce ne accorgiamo, magari è troppo tardi. Una semplice risposta può trasformarsi in una grana da risolvere.

Capita spesso che certe chiamate inizino con toni amichevoli, domande banali. Ma dietro quelle domande apparentemente innocenti si nascondono veri e propri tranelli, preparati a tavolino per farci cadere nel momento in cui abbassiamo la guardia. Ed è proprio in quell’attimo che rischiamo grosso.

Non è questione di essere paranoici, ma di stare all’erta. Difendersi da certe situazioni vuol dire conoscere i trucchi più usati, sapere quando fermarsi e – anche se può sembrare strano – pensare bene a ogni parola che pronunciamo. Perché in certi casi, davvero, una risposta detta troppo in fretta può costare cara. Soprattutto a chi non è abituato a certe dinamiche o magari è un po’ più vulnerabile.

Quando te ne accorgi, spesso è già tardi

Il problema è che ti accorgi della fregatura solo quando arriva la bolletta con voci che non ti suonano. A quel punto capisci che qualcosa non torna, ma ormai il danno è fatto. E dimostrare di essere stati truffati non è affatto semplice. Le aziende si aggrappano al fatto che hai detto quella parola, e per smontare tutto bisogna passare per raccomandate, segnalazioni, magari anche vie legali. Un bel casino.

Il consiglio? Anzi, la regola numero uno: mai dire quella parola al telefono se non sei sicuro di chi hai davanti. Se ti chiedono “È lei il signor Rossi?”, rispondi con qualcosa tipo “Dipende… chi lo cerca?” o anche “Siamo noi”. È un accorgimento piccolo, certo, ma può evitare problemi enormi. Meglio sembrare strani che ritrovarsi con un contratto sul groppone, no?

Chiamata anonima (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Chiamata anonima (Depositphotos foto) – www.energycue.it

Una risposta affrettata può cambiare tutto

Con l’arrivo del mercato libero dell’energia, obbligatorio dal gennaio 2024, il numero di telefonate da parte di operatori si è moltiplicato. Offerte su offerte, proposte allettanti, ma non sempre tutto è chiaro. È in questo clima che si è fatta largo una tecnica truffaldina piuttosto subdola: quella che ormai molti conoscono come la “truffa del sì”. Il trucco? Registrare la tua voce mentre dici “sì”, per poi usarla come se avessi accettato un contratto.

Funziona così: ti chiamano, ti fanno una domanda innocua tipo “È lei il signor Rossi?”, tu rispondi d’istinto “Sì”… e quella risposta viene tagliata, montata, estrapolata dal contesto. Il risultato? Te la ritrovi come conferma per un abbonamento che non hai mai accettato. Lo riporta Quotidiano Nazionale, che ha messo in luce quanto sia diffusa – e pericolosa – questa pratica.