Smartphone, controlla il tuo caricabatterie | Se è fatto così consuma il doppio: lo riconosci da questo dettaglio
Controlla il caricabatterie (Canva) - energycue.it
Controllare sempre il caricabatterie, evita dispendio inutile di corrente, e di far succedere cose molto più gravi, in casa.
Quando riceviamo la bolletta di luce o gas, spesso ci concentriamo solo sul totale da pagare, senza sapere davvero da cosa sia composto. Perché in realtà, dietro quelle cifre, si nasconde spesso una complessa struttura di costi, che le aziende fornitrici applicano per vari motivi.
Infatti, oltre al consumo effettivo, una parte consistente della spesa deriva, da costi di gestione, oneri di sistema, e imposte che si accumulano mese dopo mese. Voci le quali, spesso poco trasparenti, contribuiscono a far “maturare” il costo finale in modo graduale ma costante.
Un altro elemento determinante è, poi, la variabilità del mercato energetico, la quale può far oscillare i prezzi anche senza un aumento dei consumi reali.
Pertanto, capire queste dinamiche è fondamentale per difendersi da spese superflue; e scegliere con maggior consapevolezza, il fornitore più conveniente. Evitando brutte sorprese in bolletta.
Un piccolo gesto che pesa
Molti lasciano il caricabatterie del telefono costantemente collegato alla presa, per comodità, senza sapere che anche in questa modalità “inattiva”, il dispositivo consuma energia. Essendo, quindi, un’abitudine apparentemente innocua, ma che nel tempo può incidere sui consumi domestici. Secondo le analisi riportate dal sito money.it, anche quando non è collegato a uno smartphone, il caricatore continua infatti ad assorbire una, anche se minima, quantità di corrente elettrica, trasformandosi perciò in una fonte di spreco silenzioso.
Un caricabatterie standard, può utilizzare fra 0,1 e 0,2 watt, semplicemente restando collegato: e se si moltiplica questo consumo per l’intero anno, e per tutti i caricabatterie presenti in casa, si comprende come la spesa diventi più rilevante di quanto sembri. E anche se il costo mensile è contenuto, l’impatto cumulativo può rivelarsi significativo; specialmente in famiglie numerose, o con molti dispositivi elettronici.

Ma perché conviene staccarlo?
Il principio è semplice: ogni caricabatterie collegato, anche senza caricare nulla, assorbe comunque corrente. E questo vale, in particolare, per i modelli più potenti, come per i caricabatterie ultraveloci, i quali richiedono una potenza superiore anche in stand-by. Dunque, staccarli quando non servono è un gesto utile, sia per ridurre la bolletta, che per allungare la vita del dispositivo stesso.
Per eliminare gli sprechi, si possono adottare piccole strategie, come: usare ciabatte con interruttori separati, per disattivare le prese inutilizzate; installare prese smart, controllabili da remoto; o preferire caricabatterie di qualità, progettati per consumare meno, proprio in stand-by. Piccoli accorgimenti, insomma, che si traducono in risparmi concreti, e in una gestione più consapevole dell’energia domestica.
