Investimenti importanti (Canva) - energycue.it
I progetti futuri, per quel che riguarda ambiente e rinnovabili, configurano scenari più che positivi, e a salvaguardia dell’ambiente.
Un nuovo studio, evidenzia come l’unione fra obiettivi di energia rinnovabile e politiche di sviluppo sostenibile, possa generare vantaggi economici e sociali di portata globale. Infatti, secondo le analisi, l’integrazione di queste strategie potrebbe: liberare 20 trilioni di dollari di risparmi cumulativi, nel settore energetico; aumentare il PIL mondiale del 21 per cento; e far crescere il reddito medio pro capite di 6 mila dollari, entro il 2060. E i risultati, mostrano che una pianificazione energetica basata sulla collaborazione internazionale è in grado di stimolare la crescita, garantendo al contempo un futuro più equo e pulito per tutti.
L’indagine, nello specifico, è stata realizzata dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP); dal “Pardee Institute“, dell’Università di Denver; e da “Octopus Energy“, i quali hanno esaminato come politiche coerenti e meccanismi di finanziamento stabili, possano sbloccare risultati positivi, in termini ambientali, economici e sociali. Il cui obiettivo, come riportato dal sito climatepromise.undp.org, è quello di dimostrare che la transizione energetica, se guidata da strategie di sviluppo, può garantire benefici quantificabili e duraturi.
Lo studio ha, poi, confrontato tre ipotesi evolutive, del sistema energetico mondiale. Nel primo scenario, detto “business-as-usual”, la dipendenza dai combustibili fossili rimane alta, con un riscaldamento globale proiettato verso i 2,6°C. Il secondo scenario, più ottimistico, prevede la triplicazione delle energie rinnovabili, e il raddoppio dell’efficienza energetica. Infine, il terzo modello combina la crescita delle fonti rinnovabili, con politiche di sviluppo inclusivo, delineando una prospettiva di progresso più sostenibile.
Il terzo scenario, invece, si distingue per i risultati sociali straordinari, che potrebbe produrre: il garantire l’accesso universale all’elettricità e alla cucina pulita; il sollevare 193 milioni di persone dalla povertà estrema; salvare oltre 140 milioni di individui, dalla malnutrizione; e assicurare acqua potabile e servizi igienico-sanitari, a centinaia di milioni di persone in più. Trattandosi di traguardi che uniscono giustizia sociale e sostenibilità ambientale.
Ma oltre agli effetti sociali, il modello prevede anche vantaggi economici concreti. Il risparmio cumulativo di 20,4 trilioni di dollari, deriverebbe in gran parte dall’efficienza energetica, e dalla riduzione dei costi di produzione delle rinnovabili. Tutti numeri i quali dimostrano che l’energia pulita non è solo una scelta etica, ma anche una leva strategica, per la prosperità globale.
Secondo Cassie Flynn, direttrice globale dei cambiamenti climatici dell’UNDP, un futuro di energia pulita è possibile, ma richiede ambizione e politiche inclusive. E anche Greg Jackson, fondatore di “Octopus Energy”, sottolinea come l’energia rinnovabile possa sbloccare il potenziale economico di intere regioni; migliorando le condizioni di vita delle popolazioni, e riducendo la povertà energetica.
Gli esperti, concordano sul fatto che per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, sarà necessario un rapido abbandono dei combustibili fossili, accompagnato da investimenti in adattamento, resilienza e innovazione tecnologica. E tale approccio, il quale integra sostenibilità e crescita, è la chiave per ridurre gli impatti ambientali, e assicurare un futuro più stabile alle prossime generazioni.
Gli investimenti in energia pulita, son già destinati a superare i combustibili fossili, sebbene la velocità del cambiamento resta insufficiente. Per Jonathan Moyer, direttore del “Pardee Institute”, serve una visione strategica capace di bilanciare progresso economico e tutela ambientale. E la transizione energetica, se sostenuta da volontà politica e cooperazione internazionale, si configura come la più grande opportunità del nostro tempo, per costruire un mondo più prospero e sostenibile.
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