Differenza tra impianto fotovoltaico e solare termico: guida pratica a una scelta consapevole

Quando si parla di energia solare, il campo si apre su due sentieri distinti ma complementari: elettricità da una parte, calore dall’altra. Da un lato, il fotovoltaico, con le sue celle che catturano i raggi per farne corrente. Dall’altro, il solare termico, che non cerca watt, ma temperatura, scaldando l’acqua come una stufa.
Non è solo questione di tecnologia: è un fatto di scopo, di necessità, di stile di vita. C’è chi punta tutto sull’autonomia energetica e chi preferisce docce bollenti senza sensi di colpa. E nel mezzo, una marea di dubbi. Perché, sì, entrambi attingono al sole, ma lo fanno in modi tanto diversi da sembrare quasi parenti lontani.
Capire questa differenza è cruciale, oggi più che mai. In un panorama dove la sostenibilità non è più un’opzione ma un’urgenza, sapere quale impianto fa cosa — e perché — può cambiare il modo in cui si vive la propria casa. O la si progetta da zero.
Abbiamo chiesto aiuto a professionisti del settore: Guglielmo impianti e costruzioni, punto di riferimento a Roma per impianti di questo tipo, di seguito relazioniamo quanto è emerso dalla nostra chiacchierata.
Come funziona un impianto fotovoltaico
L’obiettivo dell’impianto fotovoltaico è quello di produrre elettricità. Il suo segreto sta tutto in una manciata di pannelli installati ad arte sul tetto dell’immobile, capaci di catturare la luce come finestre affamate di energia. I raggi del sole colpiscono le celle di silicio, che reagiscono producendo corrente continua. Da lì entra in gioco l’inverter, un piccolo trasformatore che prende quella corrente grezza e la rifinisce, rendendola pronta per far girare una lavatrice o illuminare una stanza.
Nessun rumore, nessun odore, nessuna fiamma viva. Ma attenzione: il fotovoltaico non accumula, produce sul momento. Se non c’è un sistema di stoccaggio — le famose batterie — quell’energia rischia di finire sprecata o ceduta alla rete per pochi spicci.
Il suo funzionamento è semplice, ma il suo potenziale è dirompente. Senza ombra di dubbio, chi sceglie il fotovoltaico punta alla libertà energetica. Non c’è combustibile da comprare, né bollette da pagare. C’è solo il sole — e un tetto, naturalmente. Che si tratti di un casolare in campagna o di un condominio cittadino, basta un’esposizione buona e si accende un motore invisibile, silenzioso e instancabile, capace di cambiare il consumo energetico di una famiglia.
Come funziona un impianto solare termico
Il solare termico non genera corrente, ma calore. È una tecnologia più antica, più istintiva se vogliamo, ma ancora oggi tra le più efficaci per ridurre i consumi domestici. In apparenza, si presenta come il cugino del fotovoltaico: un pannello installato sul tetto, inclinato verso il sole.
Un fluido — spesso acqua miscelata con glicole, per resistere anche al gelo — circola all’interno di serpentine assorbenti. Il sole batte, il liquido si scalda e corre verso un serbatoio d’accumulo, pronto a cedere calore per l’acqua sanitaria o per alimentare impianti di riscaldamento. Il sistema è semplice, ma il risultato è sorprendente: una doccia calda anche d’inverno senza bisogno di accendere la caldaia.
Chi vive in zone ben esposte sa che, nei mesi più generosi, si può arrivare a coprire gran parte del fabbisogno termico senza consumare un solo metro cubo di gas. Un risparmio concreto, che si traduce in bollette più leggere.
Che si tratti di un piccolo impianto per la casa al mare o di un sistema più strutturato per un edificio residenziale, la logica non cambia. Pulito, gratuito, continuo. Una stufa che non brucia, ma scalda.
Confronto tecnico: efficienza, durata e costi
Il confronto tra impianti fotovoltaici e solare termici è meno scontato di quanto sembri. Chi crede che basti guardare al prezzo iniziale si sbaglia di grosso. Le differenze stanno nel funzionamento, ma anche nel tempo: nella manutenzione, nei ritorni economici, nelle esigenze della casa.
Dal punto di vista dell’efficienza, il solare termico vince a mani basse: arriva a sfruttare anche l’80% dell’energia solare ricevuta. Il fotovoltaico, invece, si ferma attorno al 20%. Ma attenzione, qui si parla di rendimento energetico, non di risparmio netto o di convenienza. Perché l’energia elettrica, per come viene utilizzata oggi, ha un valore più alto del calore. E soprattutto, viene richiesta in qualunque stagione, mentre il riscaldamento dell’acqua trova il suo picco nei mesi più freddi.
La durata media di entrambi gli impianti si aggira sui 20-25 anni. Tuttavia, le componenti elettroniche del fotovoltaico, come gli inverter, possono richiedere sostituzioni più frequenti. Il solare termico, se ben installato, tende a invecchiare con più grazia, ma non è esente da problemi: perdite, corrosioni, glicole da sostituire.
Sul fronte economico, infine, il fotovoltaico ha dalla sua una rete di incentivi più robusta e una maggiore possibilità di rientro dell’investimento grazie allo scambio sul posto o all’autoconsumo con accumulo. Il solare termico costa meno all’inizio, ma ha un ritorno più lento e meno flessibile.
Il punto è che non si tratta solo di numeri o schede tecniche. È un dialogo tra tecnologia e abitudini, tra ciò che si consuma davvero e ciò che si desidera ridurre. A conti fatti, il miglior impianto è quello che si adatta alla vita, e non il contrario.