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Affitto, da oggi puoi chiedere il risarcimento | Il proprietario è costretto a dartelo: recuperi tutte le mensilità già pagate

Illustrazione di un risarcimento (Canva FOTO) - energycue.it

Illustrazione di un risarcimento (Canva FOTO) - energycue.it

C’è una buona notizia legata agli affitti. Ora è possibile chiedere un risarcimento, e non si può fare altrimenti. Scopri di cosa si tratta!

Quando si parla di affitto, in pochi pensano che ci possano essere dei rimborsi o risarcimenti, ma in realtà qualche possibilità esiste. Non si tratta di “riprendersi i soldi dell’affitto”, ma piuttosto di piccoli aiuti o agevolazioni che, in certe situazioni, possono alleggerire un po’ la spesa.

In alcuni casi, ad esempio, lo Stato prevede dei contributi per chi paga un affitto e si trova in difficoltà economica. Sono fondi messi a disposizione dai Comuni o dalle Regioni, e bisogna fare domanda presentando l’ISEE. Non è automatico, ma se si rientra nei requisiti, può arrivare un rimborso parziale.

C’è poi la possibilità di detrarre una parte dell’affitto nella dichiarazione dei redditi. Vale soprattutto per studenti fuori sede, lavoratori che si trasferiscono per motivi di lavoro o chi ha contratti a canone concordato. Non sono cifre enormi, ma meglio di niente.

Insomma, non è che l’affitto venga restituito, però qualche soldo, in certi casi, può tornare indietro. Basta tenere gli occhi aperti, informarsi bene e non farsi scappare le scadenze.

Quando l’affitto può (a sorpresa) tornare indietro

Pagare l’affitto è una di quelle cose che sembrano scolpite nel marmo: ogni mese, via soldi. E basta. Però, in certe situazioni un po’ particolari può succedere che parte di quei soldi si possano riavere indietro. Sì, sul serio. Non è fantascienza, è semplicemente questione di conoscere i propri diritti e… accorgersi se qualcosa non torna.

Per esempio, come riportato da brocardi.it, se l’inquilino scopre di aver versato più del dovuto rispetto a quanto scritto nel contratto (e magari non se n’era nemmeno accorto all’inizio), ha il sacrosanto diritto di chiedere la restituzione delle somme in più. Lo dice chiaramente l’articolo 79 della Legge 392/1978. Vale pure nel caso in cui si sia pagato l’affitto “in nero”, cioè senza contratto registrato. In quel caso, si può far valere la propria posizione e chiedere il rimborso di tutte le mensilità versate. Però occhio: servono prove!

Illustrazione di una casa in affitto (DepositPhoto FOTO) - energycue.it
Illustrazione di una casa in affitto (DepositPhoto FOTO) – energycue.it

Tempistiche e come muoversi sul serio

Qui entra in gioco il “quando”. Come riportato da brocardi.it, il momento giusto per fare richiesta scatta da quando si riconsegna l’appartamento, cioè si lasciano le chiavi e si libera la casa. Da lì parte il conto alla rovescia: ci sono dieci anni di tempo per chiedere indietro i soldi. Quindi meglio non rimandare troppo, anche perché la memoria (e i documenti) col tempo si perdono.

Per fare le cose fatte bene, conviene raccogliere tutte le prove possibili: ricevute, bonifici, qualsiasi cosa dimostri che il pagamento è stato fatto. Poi si scrive una bella lettera (anche raccomandata va bene) al proprietario, dove si chiede in modo chiaro la restituzione di quanto versato in più. Se il proprietario fa orecchie da mercante, allora si può passare alle vie legali.