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Proteggere la posidonia oceanica può evitare oltre 200 miliardi di dollari di danni climatici, lo dice una nuova ricerca

Sub con posidonia

La posidonia oceanica è più preziosa di quanto potrebbe sembrare. Ecco cosa rivela una ricerca in merito. (screenshot ISPRA/YouTube) - energycue.it

La posidonia oceanica è più preziosa di quanto potrebbe sembrare. Ecco cosa rivela una ricerca in merito e cosa cambia per l’ambiente.

Sotto la superficie dei nostri mari prosperano le praterie di posidonia, ecosistemi marini che regolano la vita negli abissi marini. La loro funzione è necessaria per l’equilibrio del Pianeta, come rivela una recente ricerca.

Le formazioni sottomarine agiscono da serbatoi naturali di ingenti quantità di carbonio. La loro esistenza è vitale per la mitigazione climatica e per sostenere una ricca biodiversità marina e per proteggere le coste dall’erosione.

Malgrado il loro ruolo insostituibile, le praterie di posidonia risultano vulnerabili. Trovandosi sul fondo di mari e oceani, in pochi si potrebbero rendere conto dei compiti che la natura ha dato alle piante.

La posidonia si presenta come un manto di erba sottomarina, che offre riparo per alcune specie e una risorsa insostituibile per la raccolta del carbonio. Quali sono le caratteristiche delle piante sottomarine e cosa ha rivelato l’ultima ricerca?

Cos’è la posidonia

La posidonia non è un’alga, ma una pianta marina appartenente alla famiglia delle Posidoniaceae. Caratterizzata da radici, fusto (rizoma) e foglie, forma estese praterie sui fondali marini nel Mar Mediterraneo, ma anche in altre regioni temperate e tropicali.

Quando le foglie di posidonia si distaccano, si depositano sul fondale, e formano strati di sedimento che intrappolano detriti e particelle. Gli accumuli, noti come matte, sono stabili e possono aumentare di spessore nel tempo. Qual è la loro funzione secondo la ricerca?

Posidonia oceanica
Posidonia oceanica (screenshot /YouTube) – energycue.it

La ricerca

Una ricerca internazionale pubblicata su Nature Communications e supportata da Conservation International, sta ridefinendo la nostra comprensione delle praterie di posidonia. Lo studio, il più estensivo mai condotto su questi ecosistemi con l’analisi di 3240 campioni da 61 Paesi, rivela che la loro protezione potrebbe evitare il rilascio di 1,2 miliardi di tonnellate di carbonio nell’atmosfera, con un beneficio climatico stimato in oltre 200 miliardi di dollari! La stima non è casuale, ma è stata calcolata in base ai costi da sostenere se le posidonie non ci fossero. Anche se coprono solo una piccola percentuale del fondale oceanico (il 2%), le praterie di posidonia sono responsabili dello stoccaggio di quasi la metà del carbonio organico presente nei sedimenti marini.

Le praterie situate nell’Atlantico Tropicale e nell’Africa Meridionale Temperata trattengono più carbonio. Anche in Europa, come nelle specifiche aree costiere in Italia, Spagna, Grecia e Francia, sono state individuate zone con un’alta capacità di trattenere il carbonio, con potenziali prospettive future per interventi climatici locali. Gli specialisti di Conservation International ritengono che serve integrare la protezione della posidonia nelle strategie nazionali per il clima e che serve aumentare gli investimenti nel Carbonio Blu. Senza l’aiuto della posidonia, il clima è destinato a cambiare in peggio, come conferma la ricerca. La notizia arriva da conservation.org. Il contenimento dei livelli di carbonio riduce fenomeni come l’effetto serra.