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“Vietato registrarsi su Facebook” | Ultim’ora, stabilita l’età massima: se l’hai superata non puoi più accedere

Impossibile iscriversi su Facebook (Canva FOTO) - energycue.it

Impossibile iscriversi su Facebook (Canva FOTO) - energycue.it

Ciò che è stato deciso è davvero complicato, renderà difficili le vite di tante persone abituate ad utilizzare il famoso social.

I social network sono parte integrante della vita quotidiana, ma l’accesso non è aperto a tutti. Esistono limiti d’età ben precisi, pensati per tutelare i più giovani da contenuti inappropriati, pressioni sociali e rischi legati alla privacy. La soglia minima per l’iscrizione, in molti Paesi europei, si aggira intorno ai 13 o 14 anni.

In Italia, per esempio, un ragazzo può registrarsi da solo ai social solo a partire dai 14 anni. Sotto questa età, servirebbe il consenso esplicito dei genitori. Questo vincolo non riguarda tanto l’età in sé, quanto la capacità di comprendere e accettare il trattamento dei propri dati personali online.

Nonostante le regole, molti bambini accedono comunque ai social dichiarando un’età falsa. È un fenomeno difficile da arginare, perché le piattaforme si affidano quasi sempre all’autocertificazione. E finché non ci saranno sistemi di verifica più efficaci, il divieto rischia di restare solo teorico.

Nel frattempo, cresce il dibattito su come proteggere davvero i minori: serve una maggiore educazione digitale nelle scuole e strumenti più trasparenti per famiglie e ragazzi.

Un campo minato generazionale

Ogni generazione ha i suoi codici, i suoi spazi, i suoi modi di comunicare. E a volte, quando questi mondi si sovrappongono, come accade su Facebook o altri social, scattano piccoli cortocircuiti digitali. Uno scroll distratto può bastare per trovarsi davanti a post surreali, condivisioni improbabili o profili che sembrano usciti da un’altra epoca. Non è questione d’età, ma di contesto, abitudini e linguaggio.

C’è chi lo prende con ironia e chi invece sbotta, un po’ per frustrazione, un po’ per gioco. E proprio da questo contrasto nascono osservazioni taglienti, commenti pungenti, talvolta scherzosi, talvolta polemici. È un riflesso dei tempi: quando le generazioni si ritrovano a condividere lo stesso spazio virtuale, non sempre parlano la stessa lingua. E ogni tanto, qualcuno lo fa notare, come nel seguente tweet.

Illustrazione del Tweet (Social X screen) - energycue.it
Illustrazione del Tweet (Social X screen) – energycue.it

Cosa sta succedendo?

Un esempio emblematico? Un breve post apparso sulla piattaforma X (ex Twitter), dove un’utente ha scritto testualmente: “Ai sessantenni dovrebbe essere vietato registrarsi su Facebook. #fakeaccountistheway”. Un commento evidentemente ironico, che gioca sul luogo comune dei profili poco realistici o usati in modo poco consapevole da parte di utenti più anziani.

La frase, diventata virale (forse) tra chi frequenta i social, ha sollevato riflessioni e risate, ma anche qualche critica da parte di chi ha visto in quelle parole un’esagerazione o un giudizio superficiale. Resta però un piccolo esempio di come l’umorismo online intercetti spesso contrasti generazionali e abitudini digitali diverse (Fonte: X.com).