Cartelle esattoriali, se noti questo dettaglio non devi pagare | Sospiro di sollievo per un mare di italiani: addio problemi col Fisco

Illustrazione di un ragazzo che non deve pagare nulla (Canva FOTO) - energycue.it
Se arriva la cartella esattoriale e noti proprio questo dettaglio, non devi pagare assolutamente nulla. Scopri di cosa si tratta!
Le cartelle esattoriali sono notifiche inviate dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione per richiedere il pagamento di imposte, multe o contributi non versati. Arrivano dopo che l’Ente creditore (come INPS, Comune o Agenzia delle Entrate) ha accertato il debito.
La cartella contiene l’importo da pagare, le sanzioni e gli interessi maturati. Una volta ricevuta, il contribuente ha generalmente 60 giorni di tempo per saldare, chiedere una rateizzazione o presentare ricorso, se ci sono motivi validi.
Se non si agisce entro i termini, scattano le procedure di recupero forzato: pignoramenti, fermi amministrativi o ipoteche. È perciò importante non ignorare la comunicazione, anche se può creare ansia.
In molti casi è possibile risolvere la situazione senza troppi drammi: esistono strumenti come la rateazione, il saldo e stralcio o la definizione agevolata, che aiutano a rientrare in regola in modo più sostenibile.
Quelle particolari buste…
Ci sono lettere che, appena arrivano, ti fanno venire voglia di lasciarle chiuse sul tavolo. Una di queste è senza dubbio la cartella esattoriale. Eppure, per quanto sia tentazione comune ignorarla, è una di quelle cose che vanno affrontate. Anche perché i tempi sono precisi: da quando viene notificata, si hanno 60 giorni per pagare, contestare o chiedere una rateizzazione.
Se non si fa nulla, scatta la riscossione forzata. E lì iniziano i guai veri: si rischiano pignoramenti, fermi auto, ipoteche. Ma attenzione, perché non sempre tutto è così definitivo come sembra. Alcune cartelle, infatti, diventano inefficaci se l’Agenzia delle Entrate non compie altri atti entro un anno dalla notifica (Fonte: Brocardi).
Cosa succede realmente
Come riportato da Brocardi, c’è un altro aspetto importante riguarda la prescrizione. Non tutte le cartelle hanno la stessa “durata di vita”. Ad esempio, per le imposte statali come IRPEF o IVA, il termine è di dieci anni. Ma per multe stradali o contributi INPS, si scende a cinque. Se in tutto quel tempo non succede nulla (nessun avviso, nessun sollecito), il debito può considerarsi prescritto.
Ovviamente, non basta aspettare che passi il tempo: serve anche far valere il proprio diritto, e magari farsi aiutare da qualcuno che ne capisca. Quindi, è meglio non lasciare nulla al caso, altrimenti la situazione potrebbe diventare comunque insostenibile. Insomma, le cartelle fanno paura, sì, ma non sempre sono un vicolo cieco (Fonte: Brocardi).