Tonno in scatola, ecco il marchio peggiore | È un concentrato di conservanti e additivi chimici: fa più male del cianuro

Pericolo tonno in scatola (Canva foto) - www.energycue.it
Tonno in scatola: attenzione a quale marchio compri, alcuni prodotti nascondono più insidie di quanto immagini.
Il tonno in scatola ha da sempre un posto fisso nelle dispense degli italiani. È pratico, veloce e si abbina a moltissime preparazioni, dalle insalate ai primi piatti. Ma ciò che per molti è un’abitudine quotidiana, potrebbe nascondere rischi invisibili a occhio nudo.
La semplicità con cui lo si consuma rischia di farci dimenticare quanto sia importante leggere l’etichetta. L’origine del pesce, il metodo di pesca, ma soprattutto i componenti della conservazione dovrebbero essere valutati con la massima attenzione, soprattutto da chi consuma tonno con regolarità.
Esistono marchi che puntano sulla qualità e la trasparenza, ma non tutti fanno lo stesso. Alcuni prodotti in commercio celano dietro promesse pubblicitarie una realtà ben diversa: sostanze aggiunte che compromettono la bontà e la salubrità dell’alimento. E quando si parla di scatolame, la composizione fa la differenza.
Più che il gusto, è la salute a essere a rischio. Ingredienti artificiali, oli scadenti e pratiche industriali aggressive possono alterare in modo profondo un alimento che, se lavorato correttamente, sarebbe tra i più validi dal punto di vista nutrizionale.
Come riconoscere un tonno in scatola di bassa qualità
L’aspetto più insidioso di alcuni tonni in scatola è la presenza di conservanti e additivi chimici che ne alterano il profilo nutrizionale. Non si tratta solo di gusto o consistenza: questi ingredienti possono influire negativamente sulla salute, soprattutto se consumati nel lungo periodo. Alcuni prodotti utilizzano additivi per mascherare la scarsa qualità del pesce o per prolungare artificialmente la durata del prodotto sugli scaffali.
Come sottolinea Red News, è fondamentale controllare l’etichetta e cercare confezioni che riportino solo pochi ingredienti: tonno, acqua o olio e sale. La presenza di termini come “aromi“, “esaltatori di sapidità” o sigle chimiche poco chiare dovrebbe far scattare un campanello d’allarme. Anche il tipo di olio usato è indicativo: prodotti di bassa gamma utilizzano spesso oli vegetali non specificati o di bassa qualità.
Quando il tonno fa male: gli ingredienti da evitare
Nel peggiore dei casi, il tonno in scatola può diventare un concentrato di sostanze artificiali, inclusi addensanti, conservanti come i nitrati e perfino tracce di metalli pesanti, accumulati a causa della provenienza discutibile del pesce. Questi elementi, se assunti regolarmente, possono interferire con il metabolismo, con il sistema nervoso e con l’equilibrio ormonale.
Anche se nessun prodotto può davvero “fare più male del cianuro”, alcuni tonni in commercio si avvicinano pericolosamente a uno standard inaccettabile di scarsa salubrità. La scelta del tonno in scatola non dovrebbe mai basarsi solo sul prezzo o sull’abitudine: per proteggere la salute è indispensabile preferire marchi certificati, privi di additivi e con una filiera trasparente.