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Salario minimo, anche in Italia si sono convinti | 9€ all’ora: è il primo passo verso la giustizia

Salario minimo

Salario minimo (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Anche in Italia ci si sta muovendo per attivare il salario minimo per i lavoratori. Ecco come lo stanno applicando.

Il tema del salario minimo è da tempo oggetto di dibattito in Italia e nel mondo. Si tratta di una soglia retributiva stabilita per legge al di sotto della quale nessun lavoratore dovrebbe essere pagato, con l’obiettivo di garantire una retribuzione dignitosa a tutti.

In un contesto in cui la precarietà lavorativa, i contratti atipici e la crescita del lavoro povero sono sempre più diffusi, il salario minimo si presenta come uno strumento di giustizia sociale, volto a ridurre le disuguaglianze e a proteggere i lavoratori più vulnerabili.

Tuttavia, l’introduzione di un salario minimo legale solleva anche alcune preoccupazioni sul fronte economico. Le imprese, in particolare quelle piccole o che operano in settori a bassa marginalità, temono un aumento dei costi del lavoro e una possibile riduzione dell’occupazione.

Per questo motivo, il dibattito politico è acceso e spesso polarizzato. Alcuni sostengono che un salario minimo potrebbe favorire la crescita dei consumi e della produttività, mentre altri ritengono più efficace il rafforzamento della contrattazione collettiva per garantire salari equi. In ogni caso, l’obiettivo comune deve rimanere quello di costruire un mercato del lavoro più giusto e inclusivo, dove il lavoro sia davvero sinonimo di dignità.

Impatto sulla società

Un altro aspetto importante da considerare riguarda l’impatto del salario minimo sui giovani e sui lavoratori alle prime esperienze. In assenza di una retribuzione base garantita, molti di loro si trovano costretti ad accettare impieghi sottopagati, spesso senza tutele né prospettive di crescita.

Introdurre una soglia salariale minima significherebbe anche valorizzare il lavoro fin dall’inizio della carriera, favorendo la motivazione e la stabilità. Inoltre, permetterebbe di contrastare forme di sfruttamento, come il lavoro nero o i tirocini non retribuiti, contribuendo a rafforzare il rispetto dei diritti fondamentali sul posto di lavoro.

Silvia salis
Silvia salis (Depositphotos foto) – www.energycue.it

Dove lo attivano

Come riportato su genovasmart, il Comune di Genova ha approvato nuove linee guida per garantire una retribuzione minima nei contratti pubblici, fissando il minimo a 9 euro lordi l’ora. La misura impone l’uso del contratto collettivo nazionale più rappresentativo e si applica a tutti gli appalti e concessioni comunali. L’obiettivo è contrastare il lavoro povero e assicurare maggiore dignità ai lavoratori.

Oltre ai controlli sull’applicazione dei contratti, sono previsti tavoli periodici con sindacati e imprese per tutelare occupazione, sicurezza e stabilità anche in caso di cambio appalto. Genova diventa così un esempio concreto di attenzione ai diritti dei lavoratori, puntando a condizioni più eque e sostenibili.