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Pensione, se prendi meno di 2413€ arriva un aumento | Dall’1 settembre sorpresona in busta paga: svelate le cifre esatte

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Aumento pensioni a settembre (Canva foto) - www.energycue.it

Da settembre cambiano le regole: novità in arrivo su importi, requisiti e meccanismi di calcolo delle pensioni.

Settembre segnerà un passaggio chiave per il sistema previdenziale italiano. Il dibattito politico e tecnico intorno alle pensioni si intensificherà con l’avvicinarsi della legge di Bilancio 2026, e le premesse parlano già di possibili ritocchi agli importi mensili.

A giocare un ruolo determinante sarà la nota di aggiornamento al DEF, attesa entro la fine di settembre. Questo documento fornirà le stime aggiornate sull’inflazione per il 2025, parametro essenziale per determinare la rivalutazione degli assegni.

Nel mirino c’è la cosiddetta Quota 103, misura introdotta in via sperimentale e oggi considerata poco efficace. In sostituzione, si discute l’introduzione di una Quota 41 flessibile, che permetterebbe l’uscita dal lavoro con almeno 41 anni di contributi e 62 anni d’età. Tuttavia, l’impatto economico di questa riforma non è trascurabile, e per questo si vagliano criteri di accesso più stringenti e selettivi.

Oltre ai cambiamenti strutturali, si discutono anche possibili aggiornamenti a misure come Opzione Donna e strumenti per favorire l’adesione ai fondi di previdenza complementare. Ma un altro aspetto sta suscitando molta curiosità: cosa succederà concretamente negli assegni a partire dal 1° settembre?

Ritocchi in vista e soglie decisive

Secondo quanto riportato da Informazione Oggi, le pensioni subiranno un adeguamento in base all’inflazione, con una rivalutazione stimata tra l’1,6% e l’1,8%. Questo meccanismo, previsto per garantire il potere d’acquisto, verrà applicato in modo differenziato. Chi percepisce una pensione fino a 2.413,60 euro mensili lordi potrà beneficiare dell’indicizzazione completa, ossia dell’adeguamento pieno rispetto al tasso di inflazione. Per gli assegni superiori, invece, l’aumento sarà parziale.

Il vantaggio, quindi, sarà maggiore per chi ha pensioni medio-basse. Si tratta di un’operazione strutturale, non una tantum, destinata ad avere effetto a partire da gennaio 2026, ma già definita nei prossimi mesi. L’obiettivo è proteggere le fasce più deboli, mentre i trattamenti più alti subiranno un taglio proporzionale nella rivalutazione, che potrà scendere fino al 75% del tasso previsto. Un riequilibrio che, almeno sulla carta, punta a una maggiore equità sociale.

Pensonati
Pensonati aumento (Canva foto) – www.energycue.it

Cosa cambia davvero dal 1° settembre

Nonostante l’adeguamento scatti formalmente nel 2026, la fase di calcolo e definizione inizierà già dal 1° settembre 2025. È in quel momento che si stabiliranno le nuove soglie e si definirà l’importo esatto dell’adeguamento. In pratica, chi prende meno di 2.413 euro lordi al mese potrà contare su un aumento pieno, che sarà visibile in busta paga solo dopo qualche mese, ma che inizierà ad avere effetti sulla pianificazione economica di molte famiglie già da subito.

L’aumento non sarà un bonus né un extra mensile, ma una maggiorazione permanente dell’importo pensionistico. Questo significa che i beneficiari vedranno crescere il proprio assegno in modo stabile, grazie al meccanismo di rivalutazione automatica. È dunque importante monitorare l’evoluzione delle stime sull’inflazione e le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane. L’attenzione ora è tutta rivolta a settembre, quando si inizieranno a scrivere le nuove regole della previdenza.