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Fontanelle pubbliche, prima di bere pensaci bene | L’ultima ricerca terrorizza gli italiani: risultati scioccanti in queste regioni

Bere alla fontanella (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Bere alla fontanella (Depositphotos foto) - www.energycue.it

Meglio pensarci due volte prima di bere dalle fontanelle: un’indagine ha fatto emergere dati davvero inquietanti.

Quando le temperature salgono, non c’è niente di più naturale che cercare un po’ di refrigerio a una fontanella. Ci fermiamo, beviamo un sorso veloce, magari riempiamo la borraccia e continuiamo la nostra giornata. Nessuno si chiede troppo se quell’acqua sia davvero pulita — è lì, quindi dev’essere sicura, no? O almeno, così ci piace pensare. Eppure, forse non tutto è così limpido come sembra.

Queste fontanelle sono diventate una specie di icona urbana. Ci siamo affezionati: sono comode, gratis e sembrano innocue. Ma negli ultimi tempi si inizia a parlare sempre di più della loro qualità, e no, non solo per il sapore che ogni tanto lascia un retrogusto strano. Forse è arrivato il momento di guardarci dentro — anzi, dentro l’acqua.

L’idea che l’acqua che sgorga in mezzo alla strada sia identica a quella che esce dal rubinetto di casa è molto diffusa. In realtà, però, le cose possono cambiare parecchio a seconda di vari fattori. A volte si tratta semplicemente di fiducia cieca, altre di ignoranza, o di una certa leggerezza. Ma siamo sicuri che tra una fontanella e l’altra non ci siano differenze? Anche all’interno della stessa città?

In un periodo in cui le persone sono sempre più attente a ciò che mettono nel corpo, l’acqua — che beviamo ogni giorno — merita un occhio di riguardo. Alcune sostanze, anche se invisibili, potrebbero essere lì senza che ce ne accorgiamo. E qui entra in gioco un’indagine recente, che ha scoperchiato qualcosa di, beh… molto poco rassicurante.

Non è tutto chiaro quello che scorre

Altroconsumo, una delle realtà più attive quando si parla di tutela dei consumatori, ha fatto un test, come riporta anche Men’s Health. Ha preso 15 campioni in 10 città italiane e ha cercato un contaminante un po’ particolare: l’acido trifluoroacetico, o Tfa, che è tipo una briciola chimica che rimane quando si rompono le molecole dei PFAS. Sostanze artificiali, durissime a morire, che si accumulano nell’ambiente e nel nostro organismo.

I risultati? Molto vari. In alcuni casi persino due fontanelle nella stessa zona hanno restituito dati diversi. In una particolare città, ad esempio: due fonti, stesso acquedotto, ma valori ben diversi. Secondo Altroconsumo, la differenza la fa la refrigerazione: l’acqua fredda cambia le carte in tavola.

Fontanella (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Fontanella (Depositphotos foto) – www.energycue.it

Una classifica che fa riflettere

Tramite questo test, Torino si è presa il titolo di città con la fontanella più inquinata d’Italia. Non tutta la città, ovviamente, ma la specifica casa dell’acqua. Dietro di lei, Firenze (piazza della Repubblica) e poi Paesana, in provincia di Cuneo. E Milano? Ha sorpreso tutti col risultato migliore: la fontanella di piazza Duca d’Aosta è quella con meno Tfa in assoluto.

Ma la vera rivelazione arriva quando si confrontano queste acque con quelle in bottiglia. Sì, perché Altroconsumo ha analizzato anche le sorgenti minerali locali, e in otto casi su dieci i livelli di contaminazione erano praticamente identici. Quindi no, il problema non sono i tubi o le condotte. È l’acqua stessa, quella che scorre sotto terra, che arriva già “compromessa”.