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Partita Iva, brutta notizia per i forfettari | Cambiamento epocale dal 1º gennaio: appena lo scopri ti metti a piangere

Lavoro

Brutte notizie per le partite iva (Canva foto) - www.energycue.it

Partita IVA forfettaria, cresce la tensione tra professionisti e piccoli imprenditori: dal primo gennaio cambia tutto.

Il regime forfettario è diventato negli ultimi anni una delle scelte più comuni per chi decide di avviare un’attività autonoma. Le ragioni sono evidenti: procedure più snelle, meno burocrazia e un’aliquota vantaggiosa rispetto alla tassazione ordinaria. Non sorprende quindi che oltre la metà delle partite IVA attive in Italia abbiano scelto questa formula.

Il fascino del regime non riguarda solo i liberi professionisti, ma anche artigiani e piccoli commercianti. Per molti, poter iniziare con un carico fiscale alleggerito ha significato la possibilità di mettersi in gioco senza il timore di essere schiacciati dalle tasse. Una scelta che ha alimentato la crescita del numero di aderenti anno dopo anno.

Secondo i dati del Ministero dell’Economia, diffusi nel 2025, i contribuenti che rientrano nel forfettario superano ormai quota 1,9 milioni. Una cifra record che racconta quanto questo regime sia diventato fondamentale per il tessuto produttivo italiano, soprattutto in una fase di incertezza economica.

Eppure, nonostante i vantaggi, negli ultimi mesi si è fatto strada un clima di preoccupazione. Molti professionisti iniziano a chiedersi se il futuro del forfettario sia davvero garantito, visto che le discussioni politiche e internazionali sembrano muoversi in direzione opposta rispetto alle loro aspettative.

Un dibattito che divide politica ed economia

Il Fondo Monetario Internazionale ha sollevato critiche dirette al sistema italiano, definendolo poco equo e responsabile di ridotte entrate per lo Stato. Secondo l’istituzione, la tassazione agevolata favorirebbe alcuni lavoratori a discapito di altri, minando la progressività fiscale e creando disuguaglianze.

In Italia il dibattito è acceso: c’è chi sostiene le richieste del FMI e chi, al contrario, propone di estendere ulteriormente i benefici, innalzando il limite di fatturato a 100.000 euro. Una contrapposizione che alimenta incertezza tra i titolari di partita IVA, sempre più in ansia per le possibili decisioni legate alla prossima manovra finanziaria.

Partita iva
Lavorare con partita iva (Canva foto) – www.energycue.it

La clamorosa modifica attesa dal 2026

Secondo quanto riportato da Uspms, l’ipotesi che spaventa di più riguarda la possibile abolizione del regime forfettario a partire dal 2026. Una scelta che nascerebbe dall’esigenza di rafforzare i conti pubblici e garantire maggiore equità nel sistema fiscale.

Il cambiamento, se confermato, avrebbe effetti dirompenti: milioni di autonomi si ritroverebbero a dover affrontare aliquote più elevate, una burocrazia più complessa e costi aggiuntivi per la gestione contabile. “Appena lo scopri ti metti a piangere”, dicono molti nei forum di settore, a testimonianza del timore crescente che questa rivoluzione possa trasformarsi in un duro colpo per chi ha costruito la propria attività grazie alle agevolazioni forfettarie.