440€ extra per ciascun lavoratore | La Legge di bilancio è stata confermata: dopo tanti anni un aumento concreto

Uomo con soldi (Depositphotos foto) - www.energycue.it
Una modifica apparentemente tecnica promette di portare benefici reali al reddito di milioni di lavoratori a partire dal 2026.
Negli ultimi tempi si parla spesso di rincari, stipendi che non bastano mai e bollette che lievitano. Ogni volta che spunta una proposta in grado di alleggerire un po’ il peso fiscale, l’attenzione sale subito. Anche se si tratta di aggiustamenti, alla fine sono proprio quelli a fare la differenza sul lungo periodo. In questo caso, si tratta di una novità apparentemente “tecnica”, ma che ha tutte le carte in regola per impattare sul portafoglio di tanti.
Chi lavora sa bene quanto contino quei benefit che alla fine del mese fanno comodo eccome. Tra questi, alcuni sono ormai una prassi per milioni di dipendenti. Sono uno di quegli strumenti che non sembrano importanti finché non ti mancano, e che negli anni hanno assunto un ruolo quasi essenziale per far quadrare i conti.
Negli ultimi anni si è discusso molto di come migliorare questi benefit, renderli più equi, più utili. Ogni intervento che punta a ridurre il carico fiscale sui lavoratori è un segnale che qualcosa si muove. La questione, però, non è solo economica: riguarda anche il modo in cui si ripensano le politiche del lavoro e il rapporto tra dipendenti e aziende. E non è roba da poco.
Insomma, il punto è questo: questi elementi sono diventati col tempo uno strumento quasi strategico. Ecco perché ogni volta che cambia qualcosa su di loro, l’interesse cresce. Ma che succede se cambia la normativa fiscale? Beh, qui viene il nodo. E da qui parte la novità vera.
Una novità che riguarda milioni di persone (e non solo)
A beneficiare della nuova soglia saranno circa 3,5 milioni di lavoratori, soprattutto nel settore privato ma anche nel pubblico. E non è finita qui: coinvolti anche oltre 250mila aziende e 170mila attività che accettano i ticket, dai bar ai ristoranti, passando per gastronomie e supermercati. Il giro è davvero ampio.
Secondo uno studio di Teha Group e The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Edenred, lo Stato spenderà tra i 75 e i 90 milioni per la misura. Ma — e qui sta il punto — i consumi potrebbero crescere tra 1,7 e 1,9 miliardi di euro. Tradotto: più IVA incassata e un ritorno economico positivo per le casse pubbliche, stimato fra 95 e 110 milioni. Tutto questo per un piccolo aggiustamento fiscale.
Una modifica che può fare una grande differenza
Dal 2026, il tetto massimo esentasse per i buoni pasto elettronici salirà da 8 a 10 euro. Detta così sembra poca roba, ma facendo due conti parliamo di 440 euro all’anno in più per ogni lavoratore. E attenzione: si tratta di soldi su cui non si pagano tasse. A riportare la notizia è Il Fatto Quotidiano, che cita un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi che conferma l’inserimento della misura nella Legge di Bilancio.
Una precisazione, però, va fatta: non è che i ticket diventeranno automaticamente più “ricchi”. Il valore resta quello deciso dalle aziende, ma grazie alla nuova soglia sarà possibile non tassare fino a 10 euro al giorno. In pratica, lo strumento diventa più interessante sia per chi li riceve sia per chi li eroga. E forse questo potrebbe portare a un aumento reale del valore nei prossimi mesi.