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Lavoro, se sei stressato ti devono risarcire | Sentenza epocale della Cassazione: il datore non può rifiutarsi

Stess a lavoro

Stess a lavoro (Depositphotos foto) - www.energycue.it

In Cassazione hanno approvato una sentenza che dovrà risarcire i lavoratori che sono stati sottoposti a enorme stress.

Lo stress lavorativo è diventato uno dei problemi più diffusi nella società moderna. La pressione di rispettare scadenze, la necessità di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi e l’equilibrio difficile tra vita privata e lavoro contribuiscono a generare tensione e affaticamento mentale.

Spesso chi ne soffre manifesta sintomi fisici come mal di testa, insonnia, palpitazioni e stanchezza cronica, oltre a problemi psicologici come ansia e irritabilità. Questo fenomeno non riguarda solo chi ricopre ruoli con elevate responsabilità, ma anche lavoratori impiegati in attività ripetitive o sotto costante sorveglianza.

Per prevenire e ridurre lo stress lavorativo, è fondamentale adottare strategie efficaci. Tra queste, l’organizzazione del tempo e delle priorità, pause regolari durante la giornata e l’adozione di tecniche di rilassamento come la meditazione o lo yoga possono fare una grande differenza.

Anche l’ambiente di lavoro svolge un ruolo chiave: un clima collaborativo, il supporto dei colleghi e la comunicazione aperta con i superiori contribuiscono a ridurre la tensione. Infine, è importante riconoscere i propri limiti e, se necessario, chiedere supporto psicologico per affrontare le difficoltà, trasformando lo stress in un’occasione di crescita personale e professionale.

Equilibrio tra lavoro e vita privata

Un altro aspetto importante dello stress lavorativo riguarda l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Quando le ore dedicate al lavoro si prolungano oltre il necessario o quando le richieste professionali interferiscono con il tempo libero, le relazioni familiari e sociali possono risentirne.

Questo squilibrio aumenta la sensazione di frustrazione e può portare a un circolo vizioso in cui la stanchezza fisica e mentale influisce negativamente sulle prestazioni lavorative, generando ulteriore stress. Stabilire confini chiari tra attività professionali e momenti di riposo diventa quindi fondamentale per preservare la salute psicofisica.

Stress lavoro
Stress lavoro (Depositphotos foto) – www.energycue.it

Il giusto risarcimento

Come riporta quifinanza.it, la recente sentenza della Cassazione stabilisce un principio fondamentale: il datore di lavoro è responsabile dei danni derivanti da stress e superlavoro, fino alla morte del dipendente, quando non dimostra di aver adottato tutte le misure necessarie per tutelarne la salute. Questo cambio di prospettiva, con l’inversione dell’onere della prova, favorisce i lavoratori e i loro eredi, che non devono più dimostrare integralmente il nesso tra condizioni lavorative e danno subito.

La pronuncia rafforza l’importanza della prevenzione dei carichi eccessivi, dei turni massacranti e delle situazioni di forte tensione negli ambienti di lavoro. In pratica, aziende e amministrazioni sono chiamate a garantire la salute psicofisica dei propri dipendenti: chi non lo fa rischia il risarcimento pieno dei danni, sia patrimoniali sia morali, riconosciuto anche agli eredi in caso di decesso, ribadendo che il lavoro deve rimanere fonte di dignità e non di sofferenza.