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Il futuro dei ghiacciai alpini è una corsa contro il tempo climatico

Secondo una nuova ricerca pubblicata su Nature Climate Change, entro il 2100 i ghiacciai delle Alpi potrebbero ridursi al 3% del numero attuale, con una perdita annuale che raggiungerà il suo picco massimo tra il 2033 e il 2041.

Il fenomeno è globale, ma le Alpi sono tra le regioni più vulnerabili. Ogni decimo di grado di riscaldamento globale ha effetti determinanti sul numero di ghiacciai sopravvissuti, con profonde implicazioni ambientali, culturali ed economiche.

Il declino numerico dei ghiacciai: uno studio senza precedenti

Un team internazionale guidato dall’ETH Zurich, in collaborazione con il WSL (Swiss Federal Institute for Forest, Snow and Landscape Research) e la Vrije Universiteit Brussel, ha presentato la prima analisi quantitativa della scomparsa numerica dei ghiacciai su scala globale. A differenza dei precedenti studi focalizzati esclusivamente sulla perdita di massa glaciale o sulla riduzione della superficie, questa nuova ricerca introduce un parametro inedito: il numero di ghiacciai destinati a scomparire ogni anno e nel tempo.

La pubblicazione, datata 15 dicembre 2025, è apparsa sulla rivista Nature Climate Change e offre un modello predittivo che quantifica il momento esatto in cui ciascun ghiacciaio terrestre cesserà di esistere. Le proiezioni si basano su tre modelli glaciologici avanzati, calibrati su diversi scenari climatici globali.

Le Alpi verso il “Picco di Estinzione Glaciale”

Secondo lo studio, le Alpi potrebbero raggiungere il punto di massima perdita di ghiacciai tra il 2033 e il 2041. Questo intervallo temporale rappresenta il cosiddetto “Peak Glacier Extinction”, ovvero il momento in cui il numero annuale di ghiacciai scomparsi sarà al suo massimo storico. Dopo tale periodo, il tasso annuo di estinzione calerà, non perché il fenomeno rallenti, ma perché la maggior parte dei piccoli ghiacciai sarà già scomparsa.

L’andamento rispecchia un’accelerazione già documentata: tra il 1973 e il 2016, oltre 1.000 ghiacciai sono scomparsi solo in Svizzera. I ghiacciai più piccoli delle Alpi, come il Pizol, sono già stati completamente persi, mentre anche colossi come il ghiacciaio dell’Aletsch sono destinati a frammentarsi.

Proiezioni a lungo termine: scenari a confronto

Le simulazioni mostrano come il numero di ghiacciai sopravvissuti entro il 2100 dipenda direttamente dalla traiettoria del riscaldamento globale. Attualmente, si contano circa 3.000 ghiacciai nelle Alpi centrali:

Scenario +1,5 °C

In linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, questo scenario porterebbe alla sopravvivenza di circa 430 ghiacciai, equivalenti al 12% del totale attuale.

Scenario +2,0 °C

Il numero scenderebbe a circa 270 ghiacciai, ovvero l’8% del totale.

Scenario +2,7 °C

Considerato realistico sotto le attuali politiche climatiche globali, condurrebbe alla sopravvivenza di appena 110 ghiacciai, circa il 3%.

Scenario +4,0 °C

Lo scenario peggiore, in cui resterebbero solo 20 ghiacciai nelle Alpi, pari a l’1% del numero attuale.

Queste cifre sottolineano un fatto cruciale: ogni decimo di grado di riscaldamento comporta una riduzione esponenziale del numero di ghiacciai, con effetti irreversibili su paesaggi, ecosistemi e risorse idriche.

Il quadro globale: una crisi senza eccezioni regionali

Il modello sviluppato dall’ETH Zurich è stato applicato su scala globale, evidenziando una tendenza omogenea di perdita numerica anche in aree precedentemente considerate più resilienti, come il Karakorum. Anche qui, dove alcuni ghiacciai avevano mostrato una temporanea espansione nei primi anni 2000, il trend è ormai negativo.

Le regioni più vulnerabili includono:

  • Le Alpi e il Caucaso: ad altitudini medie e latitudini elevate, con alta densità di ghiacciai di piccole dimensioni.
  • Le Montagne Rocciose: dove la perdita raggiungerà il 99% entro il 2100 nello scenario +4 °C.
  • Le Ande tropicali e le catene montuose africane: soggette a perdita di oltre metà dei ghiacciai entro il 2040.

In particolare, nello scenario a +4 °C:

  • Nelle Ande sopravviverebbero solo 950 ghiacciai (su circa 16.000), con una perdita del 94%.
  • In Asia centrale resterebbero 2.500 ghiacciai, un calo del 96%.
  • Globalmente, il numero totale passerebbe da circa 200.000 ghiacciai attuali a soli 18.000.

L’impatto culturale ed economico della perdita glaciale

Il nuovo approccio consente di osservare non solo la massa perduta, ma l’estinzione funzionale di un ghiacciaio come entità geografica e culturale. Questo aspetto ha rilevanza politica, economica e simbolica. A differenza del contributo limitato dei piccoli ghiacciai all’innalzamento del livello del mare, la loro scomparsa comporta impatti rilevanti su:

  • Il turismo montano: molte località alpine basano la loro economia sulla presenza visibile dei ghiacciai, oggi in rapido arretramento.
  • La gestione delle risorse idriche: lo scioglimento stagionale fornisce acqua a milioni di persone, soprattutto in estate.
  • I rischi naturali: la riduzione glaciale altera la stabilità del suolo e aumenta il rischio di frane, crolli e alluvioni improvvise.

A questo si aggiunge un impatto identitario: ogni ghiacciaio scomparso rappresenta una perdita simbolica per le comunità locali, spesso legate storicamente al ghiaccio come elemento del paesaggio e della memoria collettiva.

La Lista Globale delle Vittime Glaciali

Per preservare la memoria dei ghiacciai scomparsi, ETH Zurich partecipa al progetto Global Glacier Casualty List, una sorta di archivio memoriale che registra nomi, storie e caratteristiche dei ghiacciai estinti. Sono già state documentate perdite significative come quella del Pizol e del Birch, due ghiacciai simbolo della transizione climatica accelerata.

Il progetto risponde all’esigenza crescente di trasformare dati scientifici in narrazioni accessibili e utili per le decisioni politiche, la pianificazione territoriale e la sensibilizzazione pubblica.

La dimensione climatica: ogni grado incide sul destino dei ghiacciai

Un aspetto chiave dello studio è la relazione tra temperatura globale e tasso di estinzione. Il team ha calcolato che:

  • A +1,5 °C, il picco di estinzione globale si verificherebbe nel 2041, con circa 2.000 ghiacciai scomparsi in un solo anno.
  • A +4,0 °C, il picco slitterebbe al 2055, con la scomparsa di 4.000 ghiacciai in un anno.

Questa apparente contraddizione trova spiegazione nel fatto che un riscaldamento maggiore non accelera solo la fusione dei ghiacciai minori, ma provoca l’estinzione anche dei ghiacciai più grandi, ampliando il bacino complessivo delle perdite.

La relazione è non lineare: ogni incremento di temperatura produce una perdita sproporzionata nel numero di ghiacciai superstiti. A +1,5 °C sopravviverebbe circa la metà dei ghiacciai attuali, a +2,7 °C un quinto, e a +4,0 °C appena un decimo.

Il destino delle Alpi dipende da scelte climatiche globali

I ghiacciai alpini rappresentano non solo un patrimonio naturale, ma un indicatore avanzato delle trasformazioni climatiche in atto. La possibilità che oltre il 97% dei ghiacciai alpini possa scomparire entro la fine del secolo non è un’ipotesi remota, ma un’evidenza numerica fondata su modelli predittivi solidi e verificabili. Le scelte politiche attuali, inadeguate rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, proiettano le Alpi verso uno scenario critico e pressoché irreversibile.

La ricerca condotta dall’ETH Zurich fornisce strumenti scientifici nuovi per comprendere, quantificare e affrontare il problema. Ma resta essenziale un cambio di rotta concreto, capace di ridurre l’impatto climatico prima che il “Picco di Estinzione Glaciale” diventi solo il primo atto di una transizione irreversibile del paesaggio alpino.