Illustrazione di un toporagno (Canva FOTO) - energycue.it
Purtroppo, l’ultimo toporagno d’Australia è sparito, e le spiegazioni sono davvero poche. Purtroppo la situazione in generale non è rosea.
È ufficiale: l’unico toporagno australiano non esiste più. L’annuncio arriva dall’ultima edizione della Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che ha dichiarato estinto il Christmas Island shrew, l’unico rappresentante del suo genere sul territorio australiano.
Con la sua scomparsa, il bilancio dei mammiferi australiani estinti dal 1788 sale a 39 specie, un primato amaro che nessun altro Paese al mondo detiene. Un 10% dei mammiferi terrestri presenti prima della colonizzazione è ormai solo un ricordo.
Il toporagno dell’Isola di Natale, minuscolo e schivo, non aveva certo la notorietà di un koala o di un canguro. Eppure, la sua fine racconta molto del rapporto fragile e spesso distratto tra l’uomo e la natura.
È una storia che parla di malattie importate, specie invasive e occasioni mancate, ma anche di dedizione, di ricerche e di speranze che, a volte, resistono più dei fatti.
Come riportato dal The Guardian, tutto era iniziato molto tempo fa, quando decine di migliaia di anni fa una piccola famiglia di toporagni riuscì a raggiungere l’Isola di Natale trasportata su una zattera di vegetazione proveniente dall’attuale Indonesia. In quell’ambiente isolato e privo di predatori, il toporagno trovò la sua nuova casa, prosperando tra le radici degli alberi e i massi umidi della foresta tropicale.
Alla fine dell’Ottocento, quando i naturalisti europei misero piede sull’isola, lo descrissero come “estremamente comune”, come riportato dal The Guardian, e il suo stridulo richiamo notturno riempiva l’aria. Poi, nel 1900, arrivarono i ratti neri, clandestini su navi dirette verso la nuova colonia. Con loro, un parassita (il Trypanosoma) che si diffuse rapidamente tra i mammiferi nativi. In meno di dieci anni, il toporagno e i due ratti endemici dell’isola scomparvero. O almeno così si pensava.
Contro ogni aspettativa, qualche esemplare sopravvisse. Negli anni ’50, due individui vennero catturati per caso durante lavori di disboscamento, ma furono liberati senza che nessuno ne documentasse l’esistenza. Poi, nel dicembre 1984, accadde qualcosa di straordinario: due biologi, Hugh Yorkston e Jeff Tranter, trovarono una femmina viva in un ciuffo di felci. La tennero in un terrario per più di un anno, nutrendola con cavallette raccolte a mano. Poco dopo, nel marzo 1985, comparve anche un maschio, che morì dopo poche settimane, mentre la femmina sopravvisse ancora un po’.
Da allora, nessuno ha più visto un toporagno dell’Isola di Natale. Sono stati scritti piani di recupero, condotte spedizioni e perfino analizzati i resti di gatti ferali abbattuti sull’isola, senza alcuna traccia del piccolo mammifero. L’arrivo del serpente lupo asiatico negli anni ’80, come riportato dall’IUCN, responsabile anche della scomparsa di altre specie locali, ha probabilmente segnato la fine definitiva. Nel 2025, la IUCN ha confermato ciò che gli scienziati sospettavano da tempo: il Crocidura trichura è ufficialmente estinto. Il Small Mammal Specialist Group (SMSG) ha aggiunto che nessun avvistamento credibile è stato registrato dal 1985 e che la distruzione della foresta per l’estrazione mineraria, insieme a malattie e predatori introdotti, ha completato il disastro.
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