Crediti: NASA Earth Observatory
Il buco dell’ozono sull’Antartide nel 2025 è stato uno dei più piccoli degli ultimi decenni.
Un segnale positivo dell’efficacia del Protocollo di Montreal e degli sforzi globali per la salvaguardia dell’atmosfera. La sua progressiva chiusura è una delle grandi storie di successo della cooperazione internazionale in ambito ambientale.
Nel 2025, secondo i dati di NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e NASA, il buco dell’ozono sopra l’Antartide ha raggiunto dimensioni tra le più ridotte degli ultimi 33 anni. Durante la stagione di massima perdita di ozono, tra il 7 settembre e il 13 ottobre, la media dell’estensione è stata di circa 18,71 milioni di km², il quinto valore più basso dal 1992.
Ancora più significativo è il fatto che la chiusura del buco sia avvenuta quasi tre settimane prima del previsto, un segnale evidente del progressivo ripristino dello strato di ozono.
Lo strato di ozono è una fascia atmosferica concentrata tra i 10 e i 50 km di altitudine (stratosfera) che assorbe la maggior parte dei raggi ultravioletti UV-B e UV-C del Sole. È fondamentale per proteggere:
La deplezione dello strato di ozono è causata da sostanze chimiche contenenti cloro e bromo, come:
Queste molecole, una volta emesse, raggiungono la stratosfera dove vengono scisse dalla luce UV, liberando atomi di cloro e bromo che distruggono le molecole di ozono in reazioni a catena.
Il Protocollo di Montreal del 1987 ha segnato una svolta nella tutela ambientale mondiale. Firmato da 197 Paesi, ha imposto la progressiva eliminazione delle sostanze che danneggiano lo strato di ozono. Secondo gli scienziati NOAA, le concentrazioni di queste sostanze nella stratosfera antartica sono diminuite di circa un terzo rispetto ai livelli di picco del 2000.
Stephen Montzka, scienziato senior del NOAA, ha dichiarato:
“Se ci fosse ancora tanto cloro in atmosfera quanto 25 anni fa, il buco dell’ozono nel 2025 sarebbe stato oltre un milione di chilometri quadrati più grande.”
Secondo Paul Newman, ricercatore veterano della NASA, il trend è chiaro:
Tutto ciò suggerisce che il processo di ripresa dello strato di ozono è in corso. Si prevede un ritorno ai livelli pre-1980 entro il 2065-2070, se il trend attuale continuerà.
Nonostante i progressi, molte sostanze nocive per l’ozono sono ancora presenti in:
Queste fonti continuano a emettere lentamente CFC e simili, seppur in misura ridotta.
Anche la meteorologia stratosferica gioca un ruolo. La forza del vortice polare antartico, la temperatura e la circolazione atmosferica influenzano l’estensione e la durata del buco.
Laura Ciasto, meteorologa del NOAA, ha spiegato:
“Nel 2025, un vortice polare più debole del normale ha contribuito a mantenere temperature più alte, limitando la distruzione dell’ozono.”
Il buco dell’ozono viene osservato attraverso un sistema complesso e integrato:
Il caso del buco dell’ozono rappresenta una delle più grandi vittorie ambientali della storia. È la dimostrazione che:
Il buco dell’ozono si sta richiudendo, ma il cammino verso un pianeta sano richiede ancora attenzione, impegno e responsabilità collettiva.
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